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10. La Festa prima delle Feste - «Proprio come qualsiasi altro spettatore in cerca di divertimento ed evasione al cinema per le vacanze, avevo sperato che questo film sarebbe stato parte della stagione dei party. Il cast - Jason Bateman, Jennifer Aniston, Kate McKinnon, Olivia Munn, T.J. Miller - di solito garantiscono un buon prodotto. Non in questo caso. Lo script affonda questi attori in tutti i cliché tipici dei film di Natala. E non manca un messaggio serio circa il vero significato del Natale. Bah!».
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9. The Divergent Series: Allegiant - «Avete mai visto una serie di film, basati su bestseller young-adult, stancarsi di se stessa mentre cresce sullo schermo? È il caso del terzo e ultimo libro della serie Divergent, che, al solito, i realizzatori hanno diviso in due film. L'ultima parte si chiama Ascendent - ma non aspettatevi di vederlo nei cinema. Allegiant è così disastrosamente ottuso che la Lionsgate sta pensando di seppellire il prossimo in televisione. Risparmiatecelo. Uccidilo ora».
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8. American Pastoral - «La prima volta da regista di Ewan McGregor che porta sul grande schermo il romanzo del vincitore del premio Pulitzer Philip Roth. La portata mitica del libro dell'autore che descrive il mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale fino agli anni '60 è stato sostituito da un film troppo convenzionale. È no».
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7. Alice attraverso lo specchio - «Tim Burton aveva fatto qualcosa di visivamente interessante in Alice nel paese delle meraviglie nel 2010. Ma il mago delle stranezze si è tirato fuori da questo sequel lasciando la regia a James Bobin. [...], manca la visione del suo predecessore, e la sua combinazione di colori suggerisce per lo più quello che immaginerebbe un bambino se avesse mangiato troppe caramelle ripiene e vomitato per tutto lo schermo. Non è bello».
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6. Independence Day: Rigenerazione - «Ammettiamolo: tutti abbiamo pensato che Independence Day del 1996 aveva alcuni effetti interessanti come quando gli alieni attaccano i più famosi monumenti del mondo, o il fatto che Will Smith fosse il pilota eroe del film. Smith saggiamente ha rifiutato di far parte di questo sequel che arriva troppo tardi, perdendo anche il divertimento e la freschezza. Gli effetti speciali rimangono lì sullo schermo, rendendo il film ripetitivo e ottuso. Chi dice che non si può tornare a casa? Questo film ne è la prova».
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5. Inferno - «Per qualche ragione, il regista Ron Howard e la star Tom Hanks continuano a cercare di trasformare i best-seller di Dan Brown - che raccontano le avventure del simbolista di Harvard Robert Langdon - in thriller decenti. I primi due tentativi, Il Codice Da Vinci nel 2006 e Angeli e Demoni nel 2009, erano senza vita, senza sesso, incolore che non ha fatto nulla tranne fare soldi. Con Inferno, anche il botteghino ha preso un duro colpo. Il pubblico si sta facendo furbo. Era ora».
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4. Allied - «La mancanza di chimica tra co-stars ha ucciso molti film. Ed è questa la ragione per cui il romantico film sulla seconda guerra mondiale, quello che il regista Robert Zemeckis voleva trasformare nel Casablanca di questa generazione, è maledetto fin dall'inizio. Brad Pitt, che lavora per le operazioni speciali britanniche, cade tra le braccia della spia Marion Cotillard che forse lo ama. Le loro scene d'amore sono sexy come un calzino sudato».
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3. Collateral Beauty - «Alcuni film sono così follemente sbagliati dall'inizio alla fine che ti chiedi perché gli attori non si siano ribellati durante le riprese, urlando, "Non posso dire queste battute. Non dirò queste battute!". Questo è Collateral Beauty, un gigantesco terribile film strappalacrime che ha per protagonista Will Smith nei panni di un padre che piange la morte di sua figlia, scrivendo lettere ai concetti astratti di amore, morte e tempo. È un miracolo che Will Smith, insieme alle co-star Kate Winslet, Edward Norton, Keira Knightley e Helen Mirren, non siano stati soffocati dai dialoghi dello script di Allan Loeb. Avrei voluto mandare questo messaggio a Dio durante la visione "Fallo smettere"».
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2. Warcraft: L'inizio - «Duncan Jones - figlio del compianto David Bowie e mente esperta dietro Moon e Source Code - lascia che il treno lasci la stazione senza di lui in questa versione cinematografica del videogioco che saggiamente in molti hanno smesso di giocare. In Warcraft troviamo esseri umani e orchi che combattono per il dominio in un mondo che viene presentato come uno scarto di ritagli digitali lasciati da Avatar. Il capo orco Durotan, Toby Kebbell in motion capture, spiega con una voce fuori campo la ragione dell'invasione: "Il nostro mondo stava morendo." Ma è troppo tardi. Il film arriva in un mondo già morto».
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1. Suicide Squad - «Come molti spettatori, non vedevamo l'ora di vedere un gruppo di supervillains della DC riuniti in un film e visti un po' alla Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Ottima idea, no? No. Il regista e scrittore David Ayer, che prometteva bene con Fury e End of Watch - Tolleranza zero, ha preferito il lato leggero e ha creato un film senza palle e accontenta-pubblico. Will Smith era un Deadshow troppo simpaticone, Adewale Akinnuoye-Agbaje un Killer Croc per nulla spaventoso e Jared Leto quasi non ci stava come Joker; solo Margot Robbie, nei panni della schizzata Harley Quinn, ha catturato lo spirito sgradevole del fumetto. Se volete vedere il trend dell'industria cinematografica di togliere interesse ai film solo per soldi facili, è tutto qui dentro in questo fiasco di 123 minuti di monotonia».