Pentiti! 15 registi che hanno chiesto scusa per i loro film
Anche i grandi registi commettono errori, finendo talvolta per criticare i loro stessi film. Da Quentin Tarantino passando per Stanley Kubrick e David Fincher... Scopriteli tutti!
Letizia Lara Lombardi
Quentin Tarantino - Il regista rinnega uno dei suoi ultimi film, A prova di morte. La prima metà del dittico Grindhouse, infatti, secondo Tarantino sarebbe stato un errore, un flop che non ha per nulla interessato il pubblico.
Sam Raimi - Dopo due film eccellenti su Spider-Man, il terzo di Raimi era un casino, soprattutto per via del fatto che la data d'uscita fu anticipata e lo script non era assolutamente pronto. La pensa così anche il regista, che in un'intervista molto diretta con Nerdist ha parlato di come lui e lo studio si sono concentrati troppo sui primi due film, piuttosto che elaborare quale sarebbe la migliore storia: «Ho incasinato tutto con il terzo Spider-Man e la gente mi ha odiato per anni. Mi odiano ancora per questo. È un film che non ha funzionato molto bene».
David Fincher - Anche nella carriera del regista c'è uno scheletro nell'armadio: Alien3. Verissimo, girare il sequel di un franchise iniziato da Ridley Scott e proseguito da James Cameron non sarebbe stato facile per nessuno, ma Fincher non riesce proprio riuscire a darsi pace: «Nessuno l'ha odiato più di me».
Woody Allen - Nonostante Hannah e le sue sorelle sia stato un successo di pubblico e di critica (tanto da vincere tre Oscar), l'autore americano lo ritiene invece uno dei suoi più grandi errori: «È un film che mi fa sentire a pezzi. Quando riguardo il finale, mi sento morire».
Vincent Gallo - Presentato in concorso al 56º Festival di Cannes, The Brown Bunny ha suscitato scalpore per la scena finale in cui Gallo, protagonista del film, riceve una fellatio non simulata da Chloë Sevigny, protagonista femminile e, al tempo, sua compagna nella vita. Il regista ha parlato così del film dopo le critiche: «Accetto quello che dicono. È un disastro e uno spreco di tempo. Non è mai stata mia intenzione fare un film pretenzioso, un film auto-indulgente, un film inutile, un film sgradevole. Pensavo di avere qualcosa di bello da condividere con altre persone. Posso solo chiedere scusa a coloro che sentono di aver sprecato il loro tempo».
Neill Blomkamp - Dopo l'enorme successo di District 9, il regista arrivò nelle sale con Elysium. Ma la storia di un gruppo di persone ricche che vivono in una stazione spaziale chiamata Paradise per sfuggire al pianeta devastato, dove invece i poveri rimangono non ha convinto nemmeno Blomkamp: «Ho sentito come se alla fine, la storia non fosse quella giusta. Penso ancora che l'idea satirica di un anello, pieno di persone ricche, che stazione sopra la Terra impoverita, è un'idea impressionante. Mi piace molto, quasi quasi voglio tornare indietro e farlo correttamente. Ma penso solo che lo script non fosse abbastanza buono».
Jennifer Lee - Perché la regista dovrebbe scusarsi per aver realizzato uno dei film d'animazione più di successo della storia? A causa di Let It Go, colonna sonora di Frozen e tormentone dall'uscita del film Disney nelle sale. La Lee, infatti, ha dichiarato al The Hollywood Reporter: «Un anno fa avrei potuto incontrare persone che, quando dopo aver scoperto chi fossi, avrebbero detto:" Oh, amiamo le canzoni! Le cantiamo tutto il tempo. ". Ora, invece, mi ripetono "Sì, stiamo ancora ascoltando quelle canzoni". Sono passata dal rispondere "Grazie" a scusarmi».
Stanley Kubrick - Tra i cineasti più importanti (e apprezzati) di tutti i tempi, il regista non ha mai amato uno dei suoi lavori di gioventù, il mediometraggio bellico Paura e desiderio. Realizzato nel 1953, oggi molti cinefili lo considerano un cult, ma per Kubrick si trattava di «una bizzarria da incapace» che gli ricordava «il disegno di un bambino attaccato sul frigorifero».
Josh Trank - Del flop del reboot dei Fantastici 4 del 2015 se ne parla ancora tuttora. Lo stesso regista su Twitter ha affermato: «Un anno fa avevo una versione fantastica di questo film. E avrebbe ricevuto ottime recensioni. Probabilmente non lo vedrete mai. Questa è la realtà». Il post scomparve molto velocemente dai social, ma l'amaro in bocca per non aver potuto vedere il suo director's cut è ancora lì...
Michael Bay - Sembrano più delle giustificazioni che delle scuse, ma ecco le parole del regista in merito ad Armageddon: «Mi scuso per Armageddon, ma abbiamo dovuto girare tutto il film in 16 settimane. Era un'impresa enorme. Non era giusto per il film. Rifarei l'intero terzo atto se potessi. Ma lo studio ci ha letteralmente tolto il film dalle mani. È stato terribile. Il mio supervisore degli effetti visivi ha avuto un esaurimento nervoso e io ne ero responsabile. Ho chiamato James Cameron e gli ho chiesto: "Come fai quando devi fare tutti gli effetti speciali da solo?"».
Cameron Crowe - Il suo Aloha è stato criticatissimo, soprattutto per la scelta di Emma Stone nei panni di una donna hawaiana (e parzialmente asiatica). Nonostante si sia difeso dicendo che il personaggio della Stone fosse ispirato a una donna realmente esistita di origini asiatiche ma rossa di capelli, si è scusato con il pubblico: «Ho ascoltato le vostre parole deluse e offro le mie più sincere scuse a tutti coloro che hanno ritenuto questa scelta scoraggiante o sbagliata».
Alex Proyas - Gods of Egypt probabilmente sarebbe stato un flop comunque, ma la critica più pesante fatta al film fu in merito ai casting, "troppo bianchi" per un film sulla storia egizia. Proyas ha chiesto scusa così: «La fase del casting di un film ha così tante variabili complicate, ma è chiaro che le nostre scelte avrebbero dovuto essere diverse. Chiedo sinceramente scusa per chi si è sentito offeso dalle decisioni prese».
Eli Roth - Il regista si è scusato per il personaggio di Oly (Eythor Gudjonsson), l'islandese incontrato da Josh e Paxton lungo la strada: «Il Ministro della Cultura ha accettato le mie scuse, poi ho incontrato anche il Presidente dell'Islanda e gli ho chiesto un perdono presidenziale per aver rovinato l'Islanda nel mondo e lui mi ha stupito dicendomi "Beh, il tuo personaggio è piuttosto accurato quindi ti perdono"».
Steven Spielberg - Il regista non ci è andato leggero quando si è trattato di parlare del suo Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo: «Sono d'accordo con le persone che non amano il MacGuffin [il mezzo attraverso il quale si fornisce dinamicità a una trama, ndr] di questo film, perché non piace nemmeno a me. George e io abbiamo discusso a lungo sul MacGuffin. Non volevo che fossero stranieri o esseri interdimensionali». Per non parlare dell'idea del frigorifero: «Lo so, in Indy 4 non avete gradito la scena del frigo e della bomba atomica. Lo so, lo so! Ma c'abbiamo provato. Comunque mi assumo la PIENA responsabiità della cosa. Era un'idea COMPLETAMENTE mia. Anche Harrison mi disse "A nessuno piacerà questa cosa"».
E meno male che aveva criticato Shia LaBeouf quando aveva parlato male del film...
Steven Soderbergh - Qualche anno dopo il pluripremiato Sesso, bugie e videotape, il regista si è riunito con Peter Gallagher per girare Torbide ossessioni, remake del classico noir del 1949, ma non lo ha convinto per nulla. Successivamente, infatti, ha dichiarato di «non averci messo il proprio cuore», sottolineando come nel film ci fosse «una gran confusione arrivata morta in post-produzione».
Quando il pubblico rimane deluso dal film di unr egista che ama, spesso non si capacita per anni…