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«… ci saranno delle tristi perdite che nessuno sarà in grado di prevedere». Questo diceva Gale Anne Hurd alla vigilia del season finale della quinta stagione di The Walking Dead, parole che hanno ronzato nella nostra testa per tutto l’episodio, ennesimo record di ascolti per la serie AMC (negli States ha incollato alla tv 15,8 milioni di spettatori, superando i dati della chiusura della quarta stagione, sino a qualche giorno fa la più vista dello show). Ma numeri a parte, la puntata ci ha lasciato con un po’ di amaro in bocca. Sarà perché le aspettative erano altissime, dato quanto ben seminato in precedenza, e invece la sensazione è che gli autori abbiano avuto “il braccino”.
Sia chiaro, è stato un episodio intenso dall’inizio alla fine, sviluppato su diverse linee narrative, con la divisione tra Rick e gli abitanti di Alexandria al centro. Ma la tensione è scemata proprio nel momento in cui doveva esplodere definitivamente. Riassumiamo: l’incipit ha come protagonista assoluto Morgan, che vediamo in una condizione psicofisica opposta (in positivo) rispetto all’ultima volta che l’avevamo incontrato (nella terza stagione). Viene avvicinato da uno dei Wolves, gli individui misteriosi che non marchiano solo la fronte degli zombie con la loro W, ma anche loro stessi. Il motivo? A quanto pare tutto nasce da un’antica credenza indiana, secondo cui l’uomo non è altro che l’incarnazione dello spirito del lupo. Le intenzioni, comunque, non sono buone, così Morgan, per evitare di perdere provviste e vita, reagisce mettendo k.o. il cattivone e il suo compagno (sbucato dal nulla alle sue spalle) con il suo fidato bastone: da pazzo furioso, colui che salvò la vita di Rick nel pilot della serie ora sembra un incrocio tra il Rugter Hauer di Furia cieca e l’Obi Wan Kenobi di Star Wars, con una pace interiore da fare invidia ai monaci buddisti.
Un ritorno in scena in grande stile il suo, in contrasto con la situazione di Rick Grimes, isolato ad Alexandria dopo la sfuriata della scorsa settimana. Deanna ha in programma una “riunione di condominio” per decidere cosa farne di lui, e Michonne e compagni cercano di dargli consigli sul da farsi. Il piano, però, è solo uno: passare alle maniere forti se le cose si mettono male (ormai la diplomazia non esiste più). E mentre Carol continua a essere Dr. Jekyll e Miss Hyde (tanti applausi quando minaccia Pete, il marito di Jessie, altro separato in casa), Glenn si lascia attirare da Nicholas nei boschi, giusto per ritrovarsi con una pallottola conficcata nella spalla: sì, perché il più coraggioso di Alexandria ha tutta l’intenzione di ucciderlo e qui ci tornano in mente le parole della produttrice della serie («ci saranno delle tristi perdite»). Possibile che Glenn ci lasci così?? Quando viene assalito da quattro zombie, la paura è tanta, ma svanisce poco dopo non appena ricompare sano e salvo pronto per massacrare di botte Nicholas, non tanto però da farlo fuori (troppo buono il fidanzato di Maggie).
L’attenzione, quindi, si sposta su Daryl e Aaron, in giro per Washington a cercare nuovi potenziali membri per Alexandria. Uno l’avrebbero anche trovato, il “Cappuccetto rosso dell’Apocalisse”, che sa tenere lontane le zanzare spalmandosi la faccia di porri selvatici (tecnica di sopravvivenza determinante). Purtroppo però lo perdono di vista e finiscono in un grande magazzino che sa tanto di discount: ingolositi dall’opportunità di portare a casa vagonate di cibo, alzano la claire di uno dei camion parcheggiati, azionando però una trappola architettata dai Wolves, che apre tutti i rimorchi facendo uscire un esercito di zombie. Riescono a rifugiarsi per miracolo in una macchina, e Daryl ci fa venire infarti in serie quando, fumandosi l’ultima sigaretta, dice di voler fare da esca per permettere ad Aaron di salvarsi («ci saranno delle tristi perdite»). Quest’ultimo, però, non vuole sentire ragioni: si combatte insieme e si muore insieme. Quando tutto sembra perduto, ecco arrivare Morgan a sgombrare la strada ai due reclutatori. Esultanza, applausi al saggio Mo («tutte le vite sono importanti») e salti di gioia quando mostra a Daryl la mappa che aveva trovato alla chiesa di padre Gabriel con il messaggio di Abraham per Rick: «Il nuovo mondo ha bisogno di uno come Rick Grimes». Morgan sta cercando il suo vecchio amico e Daryl e Aaron lo possono condurre dritto da lui.
Parlando di padre Gabriel, a quanto pare ora soffre di manie suicide e cerca di offrirsi come pasto a uno zombie. «Sono pronto», dice, peccato che sia un codardo indecoroso e alla fine decapiti lo zombie utilizzando il cappio che il non morto porta al collo. Quando torna ad Alexandria, in stato semi-catatonico, viene accolto dal secondo figlio di Deanna, che prima gli chiede il permesso di confessarsi, poi gli affida la chiusura dei cancelli (una prole di geni quella della leader della Safe Zone), concetto che al prete sfugge leggermente – un ex servo di Dio che spalanca le porte del paradiso all’inferno: non male -.
È dunque tempo di riunione: è ormai buio, tutti in cerchio intorno al fuoco (mancavano giusto i marshmallow da abbrustolire), Deanna che fa da moderatore e gli amici di Rick a difendere uno a uno il loro leader – la palma di miglior oratore va senza dubbio ad Abraham: «Là fuori è un oceano di me**a, di cui voi non sapete un ca**o» – . Rick però manca all’appello, impegnato com’è a far fuori gli zombie che sono entrati dai cancelli lasciati aperti da Gabriel (il quale sta per essere crivellato da Sasha nella sua nuova chiesa, ma Maggie ferma tutto e i tre finiscono per pregare insieme, in cerca della serenità perduta). Quando arriva da Deanna & Co., Grimes è coperto di sangue e con uno zombie in spalla, pronto a ribadire per l’ennesima volta ai suoi nuovi coinquilini che non sono pronti per il mondo reale, sempre con toni gentili e moderati («quanti di voi dovrò uccidere per salvarvi?»). All’improvviso si palesa Pete che impugna la katana di Michonne: vuole scagliarsi contro Rick, ma Reg, il marito di Deanna, si frappone tra i due, finendo con la gola tagliata. Solo a questo punto, la donna si rivolge a Grimes dandogli il via libera: un colpo in testa, ciao ciao Pete, e benvenuto Morgan, che compare davanti a Rick insieme a Daryl e Aaron. Titoli di coda, scena post-credits, con Michone che decide di tornare ad armarsi con la sua spada, fine.
Ora, dove sono le tristi perdite di cui parlava la Hurd? Con tutto il rispetto, Reg non ci sembra una di queste. Non che volessimo la dipartita di uno dei protagonisti, ma speravamo o in un attacco-zombie violento dopo che le porte di Alexandria erano rimaste aperte, oppure in un drammatico scontro con i misteriosi Wolves, villain annunciati della prossima stagione (hanno già adocchiato i nostri dalle foto nello zaino di Aaron, andato perso durante l’imboscata al grande magazzino). Più sangue, più lacrime. Invece rimaniamo con la suggestione di un Morgan ritrovato, pronto a calmare la belva che ora alberga nel cuore di Rick, sempre più selvaggio per quanto il suo punto di vista sia inattaccabile. Non è poco, ma si poteva fare di più. Aspettando ottobre, la quinta resta comunque una stagione in cui gli alti hanno superato i bassi. Ma guai a fidarsi dei produttori!
Nella gallery qui sotto, gli highlights dell’episodio 5×16:
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