#IoRestoaCasa a vedere... - I consigli di Jacopo Venturiero
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#IoRestoaCasa a vedere… – I consigli di Jacopo Venturiero

I suggerimenti dell'attore di Suburra su film e serie tv da vedere in questo periodo di quarantena

#IoRestoaCasa a vedere… – I consigli di Jacopo Venturiero

I suggerimenti dell'attore di Suburra su film e serie tv da vedere in questo periodo di quarantena

Jacopo Venturiero

Anche l’attore e doppiatore Jacopo Venturiero si aggiunge con il suo contributo alla lunga lista di protagonisti del cinema italiano che ci stanno facendo compagnia in questi giorni con i loro suggerimenti su quali film e serie tv guardare durante l’isolamento.
Il suo amore principale è il teatro. Come doppiatore ha prestato la sua voce, tra gli altri, a Seth Rogen in “Steve Jobs”, a Scott Eastwood in “Snowden”, “Fast & Furious 8” e “Pacific Rim 2 – la Rivolta”, a Jamie Dornan in “50 sfumature di nero”, “50 Sfumature di Rosso” e “A Private War” e a Taron Egerton protagonista del biopic su Elton John “Rocketman”. Nel 2018 è entrato a far parte del cast principale della seconda stagione di “Suburra”, diretta da Andrea Molaioli e Piero Messina, nel ruolo di Adriano.
Ecco cosa ci ha consigliato di vedere:

Di questa situazione drammatica che ci ha sopraffatti nelle ultime settimane è stato detto tanto, a volte troppo. Credo che il silenzio, questo bistrattato e sottovalutato silenzio, sia la risposta più indicata in un momento così tragico e irreale.
Ciò che invece bisogna dire fino alla nausea è di restare a casa, l’unico modo perché si torni il prima possibile alla normalità. E stando a casa, inutile dirlo, libri, musica e film sono le uniche risorse che abbiamo per affrontare l’isolamento.
Oggi le piattaforme streaming ci danno la possibilità di accedere a contenuti fino a pochi anni fa inimmaginabili per la nostra tv, costringendola ad un confronto con le produzioni di tutto il mondo. Ed è così che il pubblico italiano scopre storie appassionanti e attori superlativi, serie imperdibili che tengono lo spettatore incollato allo schermo per la loro capacità di riprodurre la vita.
Le mie serie preferite sono quelle anglofone e in particolare britanniche. Gli autori inglesi hanno una tradizione drammaturgica che fa scuola, sono grandi osservatori della realtà: la scrittura non è mai didascalica, non c’è mai uno “spiegone”, i personaggi sono tratteggiati con una profondità che li fa venire fuori dalla pagina, li rende vivi, e gli attori (tutti straordinari, nessuno escluso) sempre credibili, in qualsiasi situazione si trovino. Quanto c’è da imparare da serie come “Doctor Foster”, disponibile su Netflix, del premiato drammaturgo inglese Mike Bartlett. Qui abbiamo la prova di come un vero sceneggiatore trasformi il banalissimo plot di un tradimento, in un capolavoro di dinamiche tra personaggi. Oppure “Wanderlust”, del drammaturgo Nick Payne, o “Broadchurch”, con Olivia Colman e David Tennant, o “Happy Valley” con la straordinaria Sarah Lancashire. Prova di grande scrittura e recitazione è anche il geniale “Inside no. 9”, dove ogni puntata è una storia a sé con personaggi diversi e gli attori, Reece Shearsmith e Steve Pemberton (anche autori della serie), interpretano i vari protagonisti: ogni volta fatichi a riconoscerli! 
Ed è sulla scia di questa mia passione per le produzioni inglesi che ho visto, in questi giorni, su Amazon Prime, “Fleabag” con Phoebe Waller Bridge: stupenda, da non perdere!
Vorrei citare, però, anche qualche serie americana: “Breaking Bad”, imprescindibile, vero capolavoro, “Better Call Saul”, dello stesso autore Vince Gilligan e il poetico e ironico “Il Metodo Kominsky”; tutte su Netflix.
È di Apple tv, invece, una serie molto interessante sulla vicenda del “#metoo”: “The Morning Show” con Jennifer Aniston (fresca di SAG Award), Reese Witherspoon e Steve Carrell.
Insomma… i titoli non mancano, così come i motivi per non uscire di casa!
Mi raccomando!
 
Foto: ©Francesco Ormando

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