#IoRestoACasa… a vedere - L’intervista a Gabriele Muccino
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#IoRestoACasa… a vedere – L’intervista a Gabriele Muccino

Anche il regista di A casa tutti bene e Gli anni più belli ci racconta i film visti in questi giorni di reclusione forzata. Ne abbiamo approfittato per chiedergli anche qualcosa di più sul suo prossimo progetto, che parlerà proprio di ciò che stiamo vivendo

#IoRestoACasa… a vedere – L’intervista a Gabriele Muccino

Anche il regista di A casa tutti bene e Gli anni più belli ci racconta i film visti in questi giorni di reclusione forzata. Ne abbiamo approfittato per chiedergli anche qualcosa di più sul suo prossimo progetto, che parlerà proprio di ciò che stiamo vivendo

Gabriele Muccino film

Continua il nostro viaggio in compagnia di attori, registi e sceneggiatori del cinema italiano, alla scoperta delle loro abitudini e soprattutto delle loro visioni – film e serie tv – durante i giorni dell’isolamento a causa del coronavirus. Questa volta tocca a Gabriele Muccino, il cui ultimo film, Gli anni più belli, è stato l’ultimo successo di botteghino prima della chiusura dei cinema, intervenuta quando era ancora in sala.

Lo stesso Muccino, con un post sulla sua pagina Facebook del 26 marzo intitolato IL GRANDE CAOS, ha annunciato in qualche modo il tema del suo prossimo lavoro, che dovrebbe trattare proprio di questi giorni che stiamo vivendo. Muccino ha chiesto ai suoi follower di inviare le proprie storie, i propri pensieri e le proprie emozioni a un indirizzo di posta elettronica (gmuccino3@gmail.com), come ispirazione per il film al quale sta cominciando a dedicarsi.

Abbiamo quindi approfittato della sua disponibilità per parlare anche di questo.

Gabriele Muccino sul set di Gli anni più belli © 01 Distribution

#IoRestoACasa… a vedere – L’intervista a GABRIELE MUCCINO

«Essendo il mio lavoro totalmente incentrato sul fare cinema, guardare film non è mai un semplice passatempo, ma fa proprio parte del processo. Vedere film che ho già visto, film da rielaborare o altri che non ho ancora visto. Tengo una media di due film al giorno, ma ci sono giornate in cui ne vedo anche quattro. Mi serve come stimolo, ma non solo: serve anche per focalizzare meglio le idee, per comprendere meglio la struttura del racconto, il punto di vista con cui tu guardi le cose. La maggior parte di quello che vedo viene da Criterion Channel (un servizio streaming che propone grande cinema d’autore, purtroppo non disponibile in Italia: Gabriele Muccino in questo momento è negli Stati Uniti, ndr), che paragonerei al Louvre della cinematografia, perché ha un catalogo di titoli di altissima qualità e a volte introvabili altrove. Oggi ad esempio mi sono rivisto Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, un film di una modernità molto potente e molto suggestiva, di grande ispirazione. Anche perché ultimamente mi sto muovendo parecchio intorno al cinema italiano di quell’epoca: scopri tante cose, per esempio che c’era grandissima contaminazione tra i registi, c’era un gran gioco nel fare cinema tra un autore e l’altro. Il che poi ha permesso a quel cinema di essere così potente anche grazie all’autoironia, al graffio dolceamaro con cui venivano raccontate le storie di quell’Italia».

Io ho visto da poco Il magnifico cornuto di Pietrangeli, con Tognazzi e Cardinale. Mi sembrano entrambi due film con uno sguardo potentemente femminista, in anticipo sui tempi.
«Pietrangeli raccontava la donna con un taglio molto moderno, non so se hai visto La Visita, un altro film molto interessante, con Sandra Milo. In quel film lui sfrutta la capacità della Milo di fare la svampita, per poi far venir fuori l’opposto, ovvero la donna che invece aveva capito tutto, facendo fare la figura del cretino all’uomo, che pensava di avercela in tasca. È un film molto interessante».

Qualche altro titolo che hai visto in questi giorni e che ti sentiresti di consigliare?
«Ho visto Pure, il primo film di Alicia Vikander. Poi mi sono rivisto Come un tuono, perché ha una struttura che mi interessava molto, e anche Magnolia e America oggi».

Tom Cruise in Magnolia di Paul Thomas Anderson

Quindi deduco che stai pensando a un film a episodi o con delle storie che si intrecciano…
«Ecco, vedi, hai già intuito la direzione che sto cercando. In effetti penso a un film con una struttura orizzontale. Ho rivisto anche Crash… E molti altri che ora non mi vengono in mente».

Beh, ci hai offerto lo spunto per un bel percorso, una visione trasversale dei cinema non basata sul genere ma sulla struttura narrativa, che può essere molto interessante anche per un cinefilo.
«Alla fine è tutto collegato. Un’ispirazione a cui poi si ispirano nuovi film e si contaminano fra di loro».

Crash di Paul Haggis

Un’ultima domanda, allora, te la faccio direttamente su questa notizia degli ultimi giorni, il fatto che hai annunciato che vuoi lavorare a un film basato su quello che la gente sta vivendo in questo periodo di isolamento.
«Sì, sto già lavorando a una struttura che preveda questo tipo di intreccio di cui parlavamo. Mi piacerebbe molto costruire uno sguardo sull’Italia, che è così unica in questo momento, così presa in contropiede, così spaventata dal futuro, confusa. Anche i giovani sono spaventati: pensavano di avere il futuro in tasca invece non c’è più niente di scontato. Il futuro gli viene sottratto, non possono uscire di casa… Altri non possono fare la maturità, altri hanno paura del futuro per il tracollo economico. Tanti sono in prima linea negli ospedali. Poi c’è il tema della morte, quello della solitudine. Ecco, anziché lavorare a questo solo con le mie possibilità, ovvero interpretando la realtà con appunti, leggendo, trascrivendo i fatti, ho pensato di provare a vedere se questa esperienza del dialogo social potesse funzionare. Quindi ho fatto quel post di cui hai parlato e devo dire che arrivano mediamente 10 mail ogni 10 minuti. Sono tantissimi quelli che stanno rispondendo con le loro testimonianze, e io le sto leggendo tutte. Si vede che c’è proprio una voglia di comunicare, di raccontare, soprattutto quando si è blindati. Ho riconosciuto anche una certa fiducia nei miei confronti, perché mi vengono raccontate cose sincere, molto intime, molto oneste. Molto forti emotivamente. Questa mappatura sarà il punto di partenza per un film che ovviamente ubbidirà a delle regole drammaturgiche, ma che spero possa avere anche la possibilità di essere autentico e di affondare le radici in contesti che io da solo non avrei mai immaginato di poter raccontare. Perché l’Italia è un paese vario e ci sono realtà locali molto piccole e lontane dalla mia esperienza di cittadino. Quindi un grande melting pot, un’infinità di sfumature, di inclinazioni che vanno catalogate. Se vuoi è un po’ l’equivalente del tram che prendeva Zavattini (Cesare Zavattini, grande sceneggiatore del neorealismo italiano, diceva di pescare molte delle sue storie da ciò che vedeva e sentiva prendendo il tram, ndr)…». 

Qui la lista completa dei consigli dei protagonisti del cinema italiano sui film e le serie da vedere durante l’isolamento.

Foto: © Franco Origlia/Getty Images

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