Dirige un piccolo circo in un centro commerciale e coccola la star dello show, un gorilla di 180 chili, come se fosse un figlio. Il nuovo progetto di Bryan Cranston, L’unico e insuperabile Ivan (dall’11 settembre su Disney+), non potrebbe essere più distante dal suo Walter White di Breaking Bad. L’attore ha raccontato quest’avventura in collegamento dall’abitazione di Los Angeles ai giurati di #Giffoni50, subito dopo la proiezione del film, scelto come apertura di un’edizione a dir poco singolare.
Il cast di voci italiani degli animali protagonisti comprende Federico Cesari di Skam Italia (presente al festival per salutare i giovani giurati), Paola Minaccioni e Stefano Fresi. Nella versione originale il primate protagonista, Ivan, è doppiato da Sam Rockwell, l’amica elefante Stella da Angelina Jolie, il pennuto Snickers da Helen Mirren e il cane Bob da Danny DeVito.
Il lungometraggio, spiega la regista Thea Sharrock, è stato girato due anni fa ma ha richiesto quasi un anno e mezzo di post-produzione per la presenza massiccia di effetti speciali dovuti alla tecnica mista utilizzata. Tratto dall’omonimo romanzo Mondadori di Katherine Applegate ispirato ad una storia vera, inizialmente il film sarebbe dovuto essere proiettato su grande schermo:«Sono contenta – spiega – che almeno il pubblico di Giffoni l’abbia visto in sala perché è stato pensato e realizzato per il cinema, anche se sono grata a Disney+ di averlo messo a disposizione di tante famiglie sulla sua piattaforma streaming. L’impatto visivo è incredibile, con una cura certosina per i dettagli. In realtà lo abbiamo girato come se fossero due progetti diversi, il primo con le scene degli umani e il secondo servendoci della Moving Picture Company che ha già realizzato il nuovo Re Leone e Libro della giungla, riproducendo i movimenti, il pelo e le espressioni degli animali in maniera totalmente realistica. Mettere insieme la parte virtuale e quella vera è stato davvero complesso, per ogni ciak ci sono volute 24 settimane di lavoro. Il risultato è qualcosa che finora non si era mai visto».
Per la regista il focus del racconto si concentra su una domanda piuttosto delicata: «Non abbiamo la pretesa di dare tutte le risposte ma vogliamo chiederci come noi umani ci comportiamo con gli animali. In particolare durante la pandemia vedere questo film aiuta anche a capire che le basi della convivenza civile sono il rispetto e la gentilezza. Se pensi agli altri prima di te, come ad esempio indossando una mascherina per il bene altrui, puoi capire tante cose. E se il film riesce a far passare questa idea ne siamo felici. Due cose mi hanno emozionato della storia. Innanzitutto il senso di responsabilità che ho provato nell’onorare una storia vera e tenere alto lo spirito di un romanzo amatissimo negli USA e che spero ora venga conosciuto ancora di più anche nel resto del mondo. E la seconda è la presenza di Bryan che ogni giorno sul set faceva scherzi e si comportava in maniera folle al punto di tenere alto il morale del set. Ci ha sempre messo allegria addosso e di questo lo ringrazio».
Cranston aggiunge: «Quando leggo una sceneggiatura è fondamentale che mi colpisca a livello emotivo, come successo in questo caso. Questo copione mi ha colpito per i temi di amicizia e gentilezza. E in seconda battuta mi ha fatto chiedere appunto se fosse giusto tenere aperti gli zoo oppure chiuderli per sempre». Il suo Mack sembra un capofamiglia più che un imprenditore e Ivan si relaziona con lui come se fosse suo figlio. L’arrivo della baby elefante Ruby fa venire voglia agli altri animali in cattività di sperimentare la libertà e ad aiutarla è proprio una bambina, Julia, che trascorre molto tempo al circo dove il papà lavora come tuttofare, per fare in mondo che la madre malata riposi.
«Julia ci fa capire che spesso sono i più piccoli di casa ad avere le intuizioni maggiori, vedono le cose più chiaramente – dice l’attore – e trovano soluzioni immediate mentre gli adulti si arrovellano troppo, incapaci di vedere le verità più semplici che hanno davanti agli occhi».
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