#Giffoni50, Richard Gere promette di tornare in Italia nel 2021
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#Giffoni50, Richard Gere promette di tornare in Italia nel 2021

In collegamento video con il Giffoni Film Festival, l'attore ha lanciato un messaggio di speranza e raccontato di quando il grande Akira Kurosawa gli disse di sembrare giapponese

#Giffoni50, Richard Gere promette di tornare in Italia nel 2021

In collegamento video con il Giffoni Film Festival, l'attore ha lanciato un messaggio di speranza e raccontato di quando il grande Akira Kurosawa gli disse di sembrare giapponese

Anche se a distanza e via streaming, l’affetto di Richard Gere nei confronti dell’Italia arriva forte e chiaro a #Giffoni50, dove promette di ritornare per la prossima edizione, nell’estate 2021.

In un periodo delicato come questo lancia il suo messaggio di speranza: “Lasciamoci guidare dalla compassione – dice l’attore 70enne, di recente protagonista della miniserie di Sky Atlantic, MotherFatherSone cerchiamo di metterci nei panni di chi soffre perché non ha nulla. Non parlo di gesti plateali ma di piccoli momenti di empatia, gesti quotidiani che ci aiutano a capire meglio gli altri”.

I giurati del festival gli hanno chiesto quale fosse l’incontro più significativo della carriera e l’attore di Pretty Woman ha parlato dell’esperienza con il maestro Akira Kurosawa: “Sono stato sempre un suo grande ammiratore – spiega – perché ha fatto grandissimi film, poi siamo diventati amici durante un incontro a New York. Qualche tempo dopo sono andato in Giappone mentre festeggiava il suo 85esimo compleanno e sono riuscito a comunicare con lui grazie all’interprete, proprio in quell’occasione mi ha proposto un film, Rapsodia in agosto. Ricordo di aver letto il copione sul treno e ho scoperto che il mio ruolo avrebbe dovuto essere in parte giapponese così ho dovuto imparare un monologo in lingua. Tra l’altro ho anche pensato di dover avere l’aspetto di un abitante del posto e così per un giorno intero mi sono sottoposto a prove su prove per trucco e parrucco, intanto Kurosawa scuoteva la testa ma non capivo perché. Me lo ha spiegato il suo assistente, dicendomi che non era necessario, perché avevo già l’aspetto un po’ giapponese”.

L’esperienza a livello umano che invece l’ha cambiato maggiormente, ha spiegato, è stata “la guerra in Kosovo: mi trovavo in Macedonia all’epoca del conflitto e assistere a quella tragedia mi ha cambiato la vita”.

Foto: Courtesy of Giffoni_Experience

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