#Giffoni50, Serena Rossi e Paola Cortellesi chiudono la prima parte del Festival
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#Giffoni50, Serena Rossi e Paola Cortellesi chiudono la prima parte del Festival

Sono state le due attrici italiane a chiudere la prima tappa del Festival che ripartirà il 25 agosto

#Giffoni50, Serena Rossi e Paola Cortellesi chiudono la prima parte del Festival

Sono state le due attrici italiane a chiudere la prima tappa del Festival che ripartirà il 25 agosto

#Giffoni50 Serena rossi

Per partecipare al #Giffoni50, Serena Rossi si è presa qualche ora di pausa dal set napoletano di Mina Settembre, la serie di cui aveva interrotto i ciak a causa dell’emergenza sanitaria e che andrà in onda nella prossima stagione di Rai Uno. È lei ad aver concluso in collegamento streaming la prima tappa del Festival, assieme a Paola Cortellesi che a settembre arriva su Sky con la fiction Petra, ma non prima di aver fatto tappa alla Mostra del cinema di Venezia con Nilde Iotti, il tempo delle donne, previsto il 7 settembre come evento speciale.

Tutte e due consigliano ai giovani giurati di studiare e non perdere mai di vista i propri obiettivi. «Il lavoro paga e i sacrifici ti conducono a risultati autentici» spiega Serena Rossi. «Tutto questo affetto esploso intorno a me da qualche anno è uno dei frutti che raccolgo, ho cominciato a seminare lungo la strada a soli quattordici anni senza perdere mai la speranza. È questo che auguro a mio figlio, che cresca in un mondo fatto di mille colori, libero». Rimorsi? «Non mi pento di nulla, tutto mi è servito ad essere la Serena che vedete oggi – continua l’attrice campana – anche le scelte meno felici che hanno avuto meno successo, anche le porte in faccia. Tutto fa esperienza, tutto ha un senso».

Una delle soddisfazioni maggiori della carriera, racconta, è arrivata con Io sono Mia sulla splendida Martini: «Questo film è stato un atto d’amore, volerle ridare qualcosa che le era stato tolto ingiustamente e inspiegabilmente. Una voce come quella non potrà mai esserci, ero terrorizzata da questo ruolo ma la paura si è trasformata in energia e voglia di gridare e raccontare la sua storia eterna e immortale. C’era una linea sottile tra interpretarla e imitarla, io non volevo cadere in quella trappola e ho fatto un grande lavoro di osservazione per decidere di rubarle solo due o tre gesti. Quando canto la vedo davanti a me, mi specchio nella sua immagine, per tutta la durata delle riprese mi sono portata addosso il suo dolore e i suoi atteggiamenti. Non riuscivo a staccarmi da quel personaggio perché le ho dato tutto quello che avevo e potevo e non volevo lasciarla andare via. Alla presentazione ho incontrato Loredana Bertè, abbiamo pianto strette in un abbraccio. Mi ha sussurrato che si vedeva che avevo voluto davvero bene a Mimì, è stata magia». 

Paola Cortellesi intanto ricorda la grandezza di un autore come Mattia Torre, anche lui scomparso prematuramente lo scorso anno: «Nel film Figli racconta le dinamiche di coppia con tutto il suo umorismo che fa crescere, intelligente, acuto, unico».

Sul ruolo di voce narrante del film su Nilde Iotti, invece, racconta: «Lei è stata una figura unica, una delle madri costituenti, una partigiana adolescente, per poi ricoprire una delle tre cariche più importanti dello Stato. Ha combattuto tutta la vita per i diritti civili non solo per le donne ma per la famiglia, in tempi in cui esisteva ancora delitto d’onore. Nel nostro progetto ci sono lettere personali nella celebre storia d’amore fuori dal matrimonio con Palmiro Togliatti e tanti documenti in un pezzo di storia importante».

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