Accolto da fan entusiasti e da cosplayer abbigliati come i personaggi della sua serie, è arrivato a Lucca Comics 2019 Thomas Astruc, il “papà” di Ladybug, la supereroina più amata da grandi e piccini. Fin dal suo debutto, Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir si è imposto come un prodotto di altissima qualità, capace di raccontare una storia di supereroi senza esclusione di colpi, ma con al centro un dolcissimo triangolo amoroso tra i due protagonisti Marinette e Adrien e i loro alter-ego con la maschera, Ladybug e Chat Noir.
L’arrivo di Thomas Astruc a Lucca anticipa quello dei nuovi episodi: la seconda parte della seconda stagione andrà infatti in onda su Super! a partire dal 18 novembre, dal lunedì al venerdì alle 18.15.
E durante l’incontro con la stampa, l’autore si è lasciato sfuggire anche qualche piccolissima anticipazione sul futuro della serie. Ecco cosa ci ha raccontato…
Miraculous è diventato davvero un successo planetario. Che effetto fa?
Thomas Astruc: “In realtà sto sempre chiuso in studio a lavorare, perciò mi rendo conto dell’effettivo successo della serie soltanto in momenti come questo, alle convention dove posso incontrare i fan. Ne sono felice: è molto raro che un cartone animato raggiunga risultati tali in così poco tempo. L’industria attuale tende ad appoggiarsi sempre sugli stessi brand ed è difficile fare successo con qualcosa di nuovo”.
Cosa ti ispira, da dove prendi le tue idee per lo show?
Thomas Astruc: “Quando ero giovane pensavo che le mie storie non sarebbero mai interessate a nessuno, per questo lavoravo diciamo nelle retrovie, come storyboard artist, cercando di migliorarmi sempre di più. Mi dicevo: finché non avrò niente di interessante da dire non mi esporrò con una storia tutta mia. Poi ho iniziato a scrivere e mi sono accorto che sia dai produttori che dal pubblico c’era un’ottima risposta, le persone erano interessate alle mie storie. Da allora è stato come un rubinetto lasciato aperto da cui continuano a scorrere idee, tanto che ora non riesco a fare altro che scrivere”.
Miraculous è una serie di supereroi, ma la protagonista è una ragazza. Come mai questa decisione? Che messaggio speri di dare?
Thomas Astruc: “Ho sempre ammirato i supereroi perché sono personaggi con cui si possono raccontare storie molto profonde. Per me è stato naturale immaginare la protagonista come una ragazza, perché ho lavorato a molti show con protagoniste femminili come W.I.T.C.H. e Totally Spies. Lo preferisco, perché se l’eroina è una ragazza si possono trattare tutti i temi del genere supereroistico, e parallelamente anche l’amore e le emozioni, tematiche che purtroppo nei cartoni più tradizionalmente maschili non si possono usare. Questa è la grande battaglia della nostra epoca, e io nel mio piccolo voglio incoraggiare le ragazze a prendere in mano le redini della situazione e a combattere per i propri diritti”.
La serie vanta anche un ampio cast multiculturale. È stato difficile convincere i produttori a realizzarlo?
Thomas Astruc: “Non è stato difficile convincere i produttori, ma è stato difficile andare contro i nostri stessi stereotipi. Ci siamo accorti che pur essendo tutti inclusivi e femministi, inconsciamente tendiamo a scrivere o disegnare dei personaggi che siano simili a noi. Per esempio, mi sono reso conto che scrivendo ci viene spontaneo mettere i personaggi femminili in ruoli come insegnante o infermiera e dare invece i ruoli di potere agli uomini. Spesso dobbiamo fermarci, tornare indietro e riscrivere tutto. Io chiedo ai miei collaboratori di fare attenzione e di pensare sempre diversamente, fuori dalle regole.”
Qualche anticipazione sul futuro di Miraculous?
Thomas Astruc: “Devo fare attenzione quando parlo del futuro, perché non voglio fare spoiler! Posso dire che esploreremo a fondo le personalità dei personaggi, ne mostreremo dei nuovi lati e continueremo a raccontare le relazioni che si instaurano tra di loro. Ci saranno nuovi eroi e ovviamente nuovi cattivi. E l’anno prossimo contiamo di realizzare dei mini movies che porteranno Ladybug e Chat Noir fuori dalla città di Parigi, espandendo finalmente l’universo di Miraculous. Vedrete delinearsi sempre di più un messaggio che forse adesso non è chiaro, ma ha che a che fare con l’utopia, con una società come dovrebbe essere e come purtroppo non è nella realtà”.
Foto di Alessandro Biti
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