Sono arrivati a Roma a presentare Toy Story 4 i doppiatori italiani di questa nuova avventura Pixar, che porterà Woody & Co. in un viaggio on the road che li condurrà in luoghi inaspettati, ma soprattutto li ricongiungerà con vecchi amici che sembravano perduti per sempre.
A impreziosire la nostra versione, in uscita al cinema il 26 giugno, c’è un importante cast di voci tra new entry e grandi ritorni, tra cui troviamo:
- Luca Laurenti nei panni di Forky, un cucchiaio-forchetta usa e getta che viene trasformato in giocattolo dalla piccola Bonnie.
- Corrado Guzzanti come Duke Caboom, un giocattolo motociclista esibizionista e spavaldo.
- Rossella Brescia nel ruolo della Ballerina volante, tra i giocattoli a disposizione dei bambini nel parco giochi.
- Massimo Dapporto di ritorno nei panni dello space ranger Buzz Lightyear, a cui presta la voce fin dal primo capitolo.
- Benji & Fede come voci delle due ranocchiette nel luna park e della nuova versione dell’iconico brano firmato da Randy Newman “Hai un Amico in Me” che accompagna i titoli di coda del film.
- Riccardo Cocciante, che oltre a interpretare di nuovo “Hai un Amico in Me” è anche la voce del nuovissimo brano “Non Permetto” (“I Can’t Let You Throw Yourself Away”).
Ecco cosa ci hanno raccontato a proposito di Toy Story 4 i doppiatori italiani.
Cosa potete dirci sui vostri personaggi in Toy Story 4? Com’è stato partecipare al doppiaggio? Come vi siete preparati?
Guzzanti: «Io doppio un personaggio molto divertente, Duke Caboom, un giocattolo motociclista che risale all’epoca di quando ero ragazzo io, gli anni ’70. È un esibizionista, un po’ sbruffone, ma in realtà nasconde un’anima sensibile e ha sofferto per il trauma da abbandono di un bambino. È stato molto divertente doppiarlo».
Laurenti: «Io invece sono il “forchetto”, che per tutto il film non fa altro che ricordare di non essere un giocattolo: è proprio spazzatura! Lui è nato da un sogno di Bonnie, è proprio un giocattolo nel verso senso della parola perché invece che essere stato confezionato e comprato viene creato da lei con la sua fantasia».
Dapporto: «Io torno nei panni di Buzz Lightyear, che interpreto da quando vinsi i provini per il primo film nel 1995. Buzz è un personaggio vincente, un eroe, e piace tantissimo ai fan di Toy Story. Addirittura mi ricordo una volta in cui mi hanno chiesto un autografo, io ho scritto “con simpatia, Massimo Dapporto” e mi hanno risposto: “Ma che Massimo Dapporto, scriva Buzz Lightyear!“. Non mi sono preparato in maniera particolare, avendolo doppiato altre volte ho semplicemente seguito le indicazioni della traccia originale. La cosa che mi ha sempre fatto simpatia di lui è che pensa di essere umano e soltanto dopo gli rivelano che in realtà è un giocattolo. Spero che la saga continui e di poter così tornare a doppiarlo anche nel quinto, nel sesto, insomma… verso l’infinito e oltre».
Cocciante: «Io ho interpretato all’epoca la prima versione storica di Hai un amico in me. Ho dovuto trovare una maniera personale per interpretarla, facendo mio ciò che era il brano di Randy Newman. Adesso i miei colleghi Benji e Fede hanno realizzato una nuova versione bellissima, fresca, semplice, molto giovanile».
Fede: «Siamo molto riconoscenti al maestro Cocciante per queste parole. Noi eravamo veramente piccoli quando è uscito il primo Toy Story ed è stato un onore poter cantare questo brano storico. È una canzone che dice tanto, l’abbiamo interpretata pensando di avere davanti i bambini fan di Toy Story e di trasmettere loro i messaggi positivi di cui questo film è veramente pieno».
Brescia: «Il mio ruolo è veramente piccolo, sono la Ballerina volante. Non potevo essere altri che lei, anche perché fa delle evoluzioni che nella realtà non potrei mai fare, perciò ho accettato con molta gioia».
Qual è il vostro messaggio preferito tra i tanti presenti nel film?
Brescia: «Ho apprezzato particolarmente il personaggio di Forky. Al mondo ci sono tanti bambini che non possono avere giocattoli costosi, mentre Forky è un giocattolo creato da Bonnie con materiali di scarto e dimostra che anche con cose semplici si può ricevere tanta felicità. È un messaggio molto forte e positivo che i ragazzi dovrebbero accogliere, soprattutto oggi che c’è tanto consumismo e i bambini vogliono sempre di più… Invece lui è solo una forchetta, ma per la bimba diventa un giocattolo bellissimo».
Fede: «Io ho amato il ruolo di Woody, che in questo film cerca sempre di aiutare gli altri senza farsi vedere. In un certo senso mi ha ricordato mia madre, che mi sostiene ed è sempre presente anche quando non me ne accorgo. Inoltre Woody compie un grande sacrificio: vede che Bonnie è contenta con Forky e decide di farsi da parte. Anche se soffre perché non è più il giocattolo preferito, da quel momento si impegna perché Forky sia sempre al sicuro e sia sempre con la bambina».
Dapporto: «I messaggi di questo film sono molto maturi: la ricerca della felicità, la libertà di scegliere la propria strada, di avere una seconda chance con un nuovo bambino o semplicemente trovando una nuova via».
Laurenti: «È un film molto più esistenziale, i giocattoli si fanno delle domande sulla vita e la morte chiedendosi perché esistono e come sono nati. In fondo sono creazioni della nostra fantasia umana, siamo noi che diamo valore agli oggetti».
Siamo arrivati alla quarta avventura e purtroppo abbiamo perso un amico importante. Ci lasciate un ricordo personale di Fabrizio Frizzi?
Cocciante: «Di Fabrizio ho un ricordo veramente bellissimo. Era una persona molto semplice, molto alla mano. Ricordo quando abbiamo registrato le canzoni e lui mi chiedeva indicazioni perché diceva di non saper cantare. Grazie Fabrizio per quello che sei stato. Era davvero l’amico di tutti e averlo perso è un grande dispiacere».
Dapporto: «Noi abbiamo fatto insieme i primi tre Toy Story e abbiamo simpatizzato da subito. Era facilissimo fare amicizia con lui, era una persona così pulita, un po’ irregolare per il nostro ambiente. È stata una perdita toccante, però ci ha lasciato molto, soprattutto pensando alla sua purezza interiore. Io quando mi arrabbio penso alla sua risata, non si capiva mai se ti prendeva in giro o rideva in modo affettuoso. È stato una grande persona e penso che rimarrà a lungo nei nostri cuori e in quelli della generazione che lo ha conosciuto».
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Foto: Courtesy of Disney
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