Visto con i bambini, la recensione de La famiglia Addams: la diversità è una questione di punti di vista
telegram

Visto con i bambini, la recensione de La famiglia Addams: la diversità è una questione di punti di vista

L'importanza di essere se stessi è alla base di un film che fa della diversità il suo punto forte, con una grafica impeccabile e un umorismo irresistibilmente dark

Visto con i bambini, la recensione de La famiglia Addams: la diversità è una questione di punti di vista

L'importanza di essere se stessi è alla base di un film che fa della diversità il suo punto forte, con una grafica impeccabile e un umorismo irresistibilmente dark

Era il 1938 e sul New Yorker iniziarono ad apparire alcune vignette dall’humor dark con protagonista una famiglia decisamente fuori dagli standard che, soltanto nel 1964, prese il nome dal suo creatore, Charles Addams, per debuttare in Tv in un telefilm in bianco e nero che ha fatto la storia della televisione. Oggi, a più di ottant’anni dalla sua nascita, Gli Addams sono tornati in un film d’animazione che torna alle origini e ne recupera lo spirito grottesco e nonsense (disponibile in Dvd e Blu-ray). Qui di seguito la recensione de La famiglia Addams, visto con i bambini.

La recensione de La famiglia Addams

Chi ha avuto modo di conoscere gli Addams dalla serie Tv live action in bianco e nero – con protagonisti Carolyn Jones, John Astin e Ted Cassidy – o nei film degli anni ’90 con Anjelica Huston, Raúl Juliá, e una giovanissima Cristina Ricci, lo sa bene: sono personaggi davvero fuori dal comune che, con le famiglie tradizionali hanno poco in comune. Amano tutto quello che agli altri fa paura, sono allergici ai colori e fanno sempre il contrario di quello che ti aspetteresti. Questa stramba e gotica famiglia – che ha una mano come servitore, coltiva steli senza fiori e si diverte a far saltare trenini elettrici – è entrata immediatamente nell’immaginario collettivo arrivando fino ai giorni nostri con questo film d’animazione che ha stuzzicato l’interesse dei genitori e conquistato le nuove generazioni che ancora non li conoscevano.

La trama

Il film d’animazione, che si ispira per il look alle vignette originali apparse sul New Yorker, va alle origini degli Addams e mostra, almeno nelle scene iniziali, come si sono ritrovati a vivere nella loro spettrale casa in cima a una collina circondata dalla nebbia. Tredici anni dopo la famiglia è al completo e, oltre ai due strambi genitori Morticia e Gomez, ci sono anche i figli Mercoledì e Pugsley, oltre a Mano e a Lerch, a cui vanno aggiunti anche la nonna e lo zio Fester. Ed è proprio in occasione di una riunione di famiglia, quando Pugsley deve affrontare la prova iniziatica della mazurka con la sciabola per dimostare di essere un uomo capace di difendere i propri cari, che la nebbia si dirada e rivela cosa si celava oltre il cancello della loro villa. Entra così in scena la designer e presentatrice televisiva Margaux Needler, insieme a sua figlia Parker, determinata a far sì che nulla possa rovinare la perfezione color pastello della vita suburbana, soprattutto ora che è in procinto di vendere un intero quartiere dove nulla è fuori posto. 

I personaggi

Deliziosamente orrorifici e inossidabilmente empatici, gli Addams continuano ad affascinare con le loro sinistre abitudini, prime tra tutte quella di cercare di infilzarsi a vicenda con tutto quello che capita loro a tiro (dall’arco alla balestra, passando per coltelli di varie metrature). Fa eccezione Pugsley, l’unico ad avere una grande fascinazione per tutto quello che è esplosivo. E in perfetto stile cartoon, nonostante saltino in aria o vengano trafitti, niente può scalfirli o distruggerli. Anzi, non fanno nemmeno un plissé, troppo intenti a congratularsi per l’ottimo tiro del familiare. Ed è proprio da questo volontario e plateale allontanamento dalla realtà che si cela il successo del film. Sia perché la fantasia è a totale briglia sciolta, sia perché proprio dall’enfasi di alcune scene che arriva più chiaro e diretto il messaggio che cela la storia.

La diversità è una questione di punti di vista

A una prima lettura veloce si potrebbe pensare che il messaggio veicolato nella storia sia soltanto che la diversità vada preservata ad ogni costo. Certo, la Famiglia Addams rappresenta proprio questo, e la loro persecuzione continua da parte dei cosiddetti “normali” illumina l’attenzione su questo immediato particolare. Eppure il film, diretto da Conrad Vernon (Shrek 2, Mostri contro alieni, Madagascar 3 – Ricercati in Europa) e Greg Tiernan (tra i creatori di Cenerentola e gli 007 nani e regista delle serie Tv dedicate al Trenino Thomas) va molto più a fondo. Racchiuso tutto nelle scene che riguardano Mercoledì e la sua nuova amica Parker, il vero messaggio del film non sta tanto nella diversità che è un bene, quanto piuttosto nel fatto che sono gli eccessi, i fanatismi e le imposizioni a fare male. Parker è costretta dalla madre a vestire con abiti color pastello mentre la sua anima dark vorrebbe seguire più una corrente emo, mentre Mercoledì, vuole esplorare un mondo che, al di fuori della sua casa, è molto più variopinto e variegato di emozioni e scoperte. Sono le famiglie che impongono alle ragazze di essere quello che non sono almeno finché i genitori non si renderanno conto che quello che conta è essere se stessi, fino in fondo.

Doppiatori

Le voci italiane, affidate a Virginia Raffaele, Pino Insegno, Eleonora Gaggero, Luciano Spinelli, Loredana Berté e Raoul Bova sono all’altezza di un film dove la caratterizzazione dei personaggi è fondamentale nella conquista del pubblico. Una missione riuscita grazie anche alla ricchezza di gag e battute che alleggeriscono alcune delle scene più creepy e  divertono anche gli adulti (vedi per esempio quando Mercoledì porta a casa un palloncino rosso e la mamma Morticia dice “strano, di solito dietro a uno di questi affari c’è sempre un clown assassino”).

Visto con i bambini la recensione de La famiglia Addams

Alex, 11 anni, e Giorgio, 9 anni, conoscevano già La famiglia Addams perché avevano visto insieme a noi qualche puntata della serie Tv in bianco e nero degli anni ’60. Si sono così divertiti a trovare punti in comuni e diversità tra film e serie Tv, ma soprattutto hanno amato molto ritrovare il loro inconfondibile motivetto (con tanto di schiocco di dita) e l’omaggio finale al telefilm. Nessuna delle scene del film li ha spaventati minimamente e anzi, proprio nelle scene più repellenti (vedi per esempio il ponte di ragni) che si sono divertiti maggiormente. Come pure nel contrasto fortissimo tra la cosiddetta normalità provinciale del quartiere creato da Margaux Needler (personaggio che si rivelerà molto più mostruoso dei “mostri” stessi) e la stramba ma simpatica diversità degli Addams.

Foto: ©Eagle Pictures 

© RIPRODUZIONE RISERVATA