Nelle famiglie di oggi la gestione dell’organizzazione quotidiana è ancora spesso soprattutto a carico delle mamme, che si devono barcamenare tra andare al loro, fare la spesa, portare i figli a scuola e a sport, gestire le varie chat su whatsapp, cucinare e risolvere i problemi di tutti. Ma è possibile educare i papà a essere più presenti almeno nella crescita dei figli? Alessandro Genovesi parte da queste premesse per raccontare una divertente storia famigliare che aiuterà genitori e figli a sentirsi più uniti e soprattutto… più fortunati. Qui la recensione di 10 giorni senza mamma.
Recensione di 10 giorni senza mamma
La trama
Giulia e Carlo sono una coppia come tante. Mentre lui è completamente assorbito dal suo lavoro – è responsabile delle Risorse umane di un’azienda di supermercati e un giovane rampante sta cercando di “fargli le scarpe” – Giulia porta avanti la famiglia non senza un grande sacrificio personale. Per curare i tre figli (Camilla, un’adolescente impertinente e ribelle di 13 anni, Tito che a dieci anni ha in mente solo la guerra contro tutti ma soprattutto contro la sorellina di 2 anni, Bianca) Giulia ha infatti rinunciato alla carriera di avvocato e ora si barcamena tra mille impegni per assicurare una serena quotidianità ai suoi cari. Non sentendosi apprezzata del tutto dal marito, Giulia decide di prendersi una piccola pausa e organizza al volo una vacanza di 10 giorni a Cuba con la sorella. Toccherà a Carlo adesso scoprire che mandare avanti una famiglia senza intoppi non è poi così semplice e che una donna, anche se casalinga, non ha certo il tempo di uscire con le amiche o farsi un riposino.
La famiglia prima di tutto
Prendendo spunto dalla commedia argentina campione di incassi nel 2017 Mamá Se Fue de Viaje (10 Days Without Mom), di cui è già in previsione un remake in lingua inglese, Alessandro Genovesi ha voluto raccontare la vita di una famiglia che deve imparare a conoscersi. Carlo infatti, classico padre assente che dei figli conosce praticamente solo il nome, si trova di fronte ad una grande opportunità, connettersi più profondamente ai suoi figli e godersi finalmente un po’ la disordinata ma bellissima famiglia che formano tutti insieme.
Risate e spunti di riflessioni
I mille inconvenienti che Carlo si trova ad affrontare sono sia spunto per divertenti scene di vita familiare, sia punto di partenza per importanti riflessioni sull’importanza della famiglia, sulla crescita dei figli, sull’educazione e sull’ingerenza della società nella vita quotidiana.
Ogni ingranaggio comico della commedia 10 giorni senza mamma funziona perfettamente, condensati nei 94 minuti di durata, e le risate scaturiscono spontanee dalle scene di vita quotidiana in cui ogni mamma, papà o figlio non potrà che rispecchiarsi. Questo proprio perché tutto è pazzamente iperbolico. Ogni evento, capriccio, situazione o disavventura che incontrerà Carlo sulla sua strada (dalla mazzata sui denti al fantozziano capo che lo mette costantemente alla prova) sono ingigantiti fino all’eccesso, ma proprio per questo incisivi e funzionali.
Ancora insieme
In 10 giorni senza mamma Alessandro Genovesi ha rivoluto Fabio De Luigi, con cui aveva già lavorato nelle commedie Il peggior Natale della mia vita e La peggiore settimana della mia vita. Perfetto nel ruolo del padre assente e insicuro lavoratore, è affiancato da un grande cast in perfetta forma: Valentina Lodovini è Giulia, mamma stanca che ha bisogno di una pausa dalla routine, Diana Del Bufalo è una tata perfetta proprio perché mamma a sua volta e il capo di Carlo è interpretato da uno straordinario Antonio Catania. I tremendi figli sono interpretati invece da Angelica Elli (Camilla), Matteo Castellucci (Tito) e da Bianca Usai, figlia del noto produttore della Colorado Film Alessandro Usai.
La recensione di 10 giorni senza mamma – Visto con i bambini
Dopo aver visto il trailer Alex (10 anni) e Giorgio (8 anni) non vedevano l’ora di scoprire quali pasticci doveva affrontare il povero papà del film. Sono rimasti molto sorpresi dal ritrovarsi molto simili ai figli del film per alcune caratteristiche (come le risposte pungenti di Camilla o la passione per i videogiochi di Tito) ma allo stesso tempo erano stupiti di quanto erano monelli (forse fin troppo). Più che altro erano increduli di fronte alla pazienza serafica del padre, ben sapendo che loro avrebbero dovuto sorbirsi punizioni a raffica se si fossero comportati in maniera similare. Ma soprattutto si sono divertiti tantissimo a vedere come i ragazzi riuscivano a mettere nei guai il padre. Alla fine però mi hanno intimato di non provare a prendermi una vacanza come la mamma del film. In vacanza a Cuba di andiamo tutti e quattro. (Magari!)
Foto: © Loris T. Zambelli/Medusa Film
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