È un fantastico tuffo nel passato il primo film per famiglie di Gabriele Pignotta, regista teatrale capace di mettere al centro della storia i personaggi. Non solo perché una delle tematiche più importanti del film è la capacità di poter gestire il tempo, ma perché fa tornare indietro le lancette dell’orologio agli anni’80, quando era naturale trovare sul grande schermo avventure a misura di bambini. Leggete Ötzi e il mistero del tempo recensione.
Ötzi e il mistero del tempo recensione
La trama
Kip è un ragazzo di undici anni come tanti. Avendo la fortuna di vivere in un paese in mezzo alle montagne, trascorre il tempo libero chiaccherando con la mamma di sciamani e antiche mummie che lei studia o cercando dei tesori con i suoi migliori amici Anna ed Elmer. La sua tranquilla esistenza subisce però uno scossone quando la madre, partita per una spedizione per cercare di risolvere i misteri che avvolgono la celebre mummia del Similaun, scompare tra le montagne. In seguito a questa perdita Kip non è più lo stesso, tanto che il padre, per cercare di ridare serenità alla famiglia, decide di trasferirsi a Dublino. Kip ora dovrà dire addio anche ai luoghi che ama tanto e ai suoi amici. Alla vigilia della partenza il ragazzo vuole salutare anche la mummia protagonista delle ricerche della madre. Al museo però succede qualcosa di straordinario, di magico. Ötzi si risveglia e torna in vita scoprendo un legame inaspettato con Kip. Tra la mummia e i ragazzi si instaura così un forte legame fatto di interscambio culturale. Kip, Anna ed Elmer insegnano ad Ötzi a vivere nel 21esimo secolo mentre Ötzi svela loro i misteri del tempo. Sulle loro tracce però si è messa la strega Gelida, determinata a rubare all’antico sciamano i suoi poteri. I quattro inizieranno così una spericolata quanto divertente fuga durante la quale impareranno a convivere con le proprie fragilità e ad affrontare le proprie paure.
Un tuffo nel passato
Tra corse in bicicletta, spedizioni in cerca di tesori, avventure misteriose e un pizzico di magia Ötzi e il mistero del tempo ricorda da vicino alcuni degli intramontabili capolavori per ragazzi degli anni’80 come I Goonies, Stand By Me, Labirinth, E.T. o La storia infinita. Di queste avventure mantiene intatte sia le atmosfere che l’approccio registico alle storie, rendendo il film genuino ed efficace al tempo stesso.
Le grandi tematiche
Ötzi e il mistero del tempo è un perfetto racconto di formazione che affronta importanti tematiche nella crescita dei bambini. Dall’elaborazione del lutto al riuscire a camminare con le proprie gambe, passando per la scoperta del proprio io per poter affrontare a testa alta tutti gli ostacoli che la vita ci riserva.
Avventuroso, toccante, divertente. Il film di Gabriele Pignotta è un perfetto esempio di come anche in Italia, se si hanno le idee e le capacità di realizzarle non serve un budget da kolossal per realizzare un grande film dal respiro internazionale. Pignotta, regista che si è fatto le ossa con le commedie teatrali, ha una grande capacità inoltre di gestire gli attori, tutti impeccabili e bravissimi, a partire dai tre ragazzi, interpretati da Diego Delpiano (Kip), Amelia Bradley (Anna) e Judah Cousin (Elmer). Nel cast anche Alessandra Mastronardi (Gelica) e Vinicio Marchioni (Carl), mentre Ötzi è interpretato da Michael Smiley.
Visto con i figli
Per Alex (9 anni) e Giorgio (7 anni) il film è stata l’occasione per scoprire uno dei grandi vanti dell’Italia, ovvero uno dei più importanti reperti antropologici esistenti: la mummia del Similaun, soprannominata semplicemente Ötzi per via del luogo del suo ritrovamento (tra la Val Senales in Alto Adige e la Oztal nel Tirolo) che ora si trova nel Museo archeologico di Bolzano. A loro l’idea della mummia che tornava in vita è piaciuta molto,, così come si sono divertiti a vedere Otzi alle prese con la tecnologia moderna. Ma quello che hanno apprezzato maggiormente è stata l’aura di magia e il fatto di scoprire che il protagonista, nel quale si sono tanto identificati, abbia imparato a usare alcuni poteri magici proprio come un supereroe. Ancora prima di uscire dalla sala mi hanno chiesto se è già in preparazione un sequel, d’altronde il finale un po’ lo fa sperare. Terremo le dita incrociate…
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