Roger Ebert (nella foto Kikapress), il critico cinematografico, Premio Pulitzer, e sceneggiatore (ha collaborato ad alcuni film del suo amico regista, Russ Meyer, tra cui Lungo la valle delle bambole) ha pubblicato un editoriale su Newsweek spiegando in 9 punti perché detesta la tecnologia 3D nel cinema e perché dovrebbero farlo tutti.
Questa, in sintesi, la sua idea, che prende in esame aspetti culturali, tecnici ed economici:
- SI SPRECA UNA DIMENSIONE: La mente usa già il principio della prospettiva per strutturare la terza dimensione. Aggiungerne una artificialmente peggiora l’illusione della stessa mente
- NON AGGIUNGE NULLA ALL’ESPERIENZA: Le esperienze cinematografiche più coinvolgenti fino ad ora non sono state in 3D
- PUO’ RAPPRESENTARE UNA DISTRAZIONE: Il regista con il 3D è privato di un prezioso strumento, quello della messa a fuoco per dividere tra primo piano e sfono l’immagine e attirare l’attenzione su un determinato particolare
- PUO’ CREARE NAUSEA E MAL DI TESTA
- I FILM 3D SONO MENO LUMINOSI
- STANNO SPECULANDO SULLA VENDITA DEI NUOVI PROIETTORI DIGITALI
- GLI ESERCENTI AUMENTANO IL PREZZO DEI BIGLIETTI DI 5/7.5 DOLLARI
- NON RIESCO A IMMAGINARE UN FILM DRAMMATICO, COME THE HURT LOCKER O TRA LE NUVOLE, IN 3D: Il 3D sembra riservato ai film per bambini, l’animazione, o i film come Avatar di James Cameron, realizzato principalmente con i computer…
- OGNI VOLTA CHE HOLLYWOOD SI E’ SENTITA MINACCIATA, SI E’ RIVOLTA ALLA TECNOLOGIA: IL SUONO, IL COLORE, IL WIDESCREEN, IL CINERAMA, IL 3D, IL SUONO STEREO, E ORA DI NUOVO IL 3D: Offrire un’esperienza irripetibile è stato sempre un obiettivo del cinema, ma le Tv 3D (guarda i tv Samsung e Sony e i monitor LG, ndr) riavvicineranno cinema e casa. (Foto Kikapress)
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