40° Torino Film Festival, Falcon Lake: la recensione del film in Concorso di Charlotte Le Bon
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40° Torino Film Festival, Falcon Lake: la recensione del film in Concorso di Charlotte Le Bon

Adattamento dell’attrice canadese Charlotte Le Bon, qui alla sua prima esperienza come regista di un lungometraggio, del graphic novel della fumettista Bastien Vives intitolato Una sorella (Une soeur) e pubblicato in Italia da Bao Publishing

40° Torino Film Festival, Falcon Lake: la recensione del film in Concorso di Charlotte Le Bon

Adattamento dell’attrice canadese Charlotte Le Bon, qui alla sua prima esperienza come regista di un lungometraggio, del graphic novel della fumettista Bastien Vives intitolato Una sorella (Une soeur) e pubblicato in Italia da Bao Publishing

Falcon Lake

Adattamento dell’attrice canadese Charlotte Le Bon, qui alla sua prima esperienza come regista di un lungometraggio, del graphic novel della fumettista Bastien Vives intitolato Una sorella (Une soeur) e pubblicato in Italia da Bao Publishing. Trattasi di un coming of age dai risvolti apparentemente famigliari, ma che un po’ alla volta prende una piega del tutto imprevista.

È la storia di Bastien (Joseph Engel), adolescente di 14 anni che con la sua famiglia va a trascorrere le vacanze estive nella casa in riva al lago di proprietà di un’amica dei genitori, che a sua volta è madre di una ragazza di una manciata di anni più grande di lui di nome Chloé. Tra i due nasce una simpatia sempre più profonda che sconfina in un’attrazione reciproca che, però, fatica a esprimersi senza il rischio di cadere nell’imbarazzo da parte dell’uno o dell’altro.

È la fase della crescita, come è normale che sia, fatta di innocenti pruderie e altrettanto innocenti impacci che però risultano fondamentali perché, aiutandoci a capire le nostre debolezze, contribuiscono a fondare la personalità di chi diventeremo in età adulta. E infatti Falcon Lake è prima di tutto un racconto di formazione che si regge innanzitutto sul confronto-scontro tra Bastien e la comunità di amici che ronza intorno a Chloé, ma anche su un rapporto contemplativo nei confronti del paesaggio.

La natura, infatti, in Falcon Lake è un elemento molto importante, che contribuisce a determinare tempi e modi di questo film delizioso e misterioso. Delizioso perché Le Bon costruisce i suoi personaggi con un tatto e una poetica che emozionano. Misterioso perché, un po’ alla volta, senza che ce ne rendiamo conto, la regista ce lo fa scivolare via dalle mani, depistandoci con momenti surreali che potrebbero lasciar pensare a un elemento di realismo magico.

Anche se poi non è del tutto così, nonostante un colpo di scena, alla fine del film, ci sia. Ma non saremo certo noi a svelarvelo. Film sorprendente.

Foto: Cinefrance, Ley Line Entertainment, Sons of Manual

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