40° Torino Film Festival, Fumer Fait Tousser: la recensione della nuova follia demenziale di Quentin Dupieux
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40° Torino Film Festival, Fumer Fait Tousser: la recensione della nuova follia demenziale di Quentin Dupieux

Quentin Dupieux, alter ego cinematografico del musicista Mr. Oizo, è inarrestabile: il suo ultimo film è passato anche dall'ultimo Torino Film Festival, Fuori Concorso, dopo la Proiezione di Mezzanotte della scorsa Cannes. Arriverà in Italia con Arthouse, il nuovo label che I Wonder Pictures ha lanciato proprio al TFF e dedicato al cinema d'autore più pregiato

40° Torino Film Festival, Fumer Fait Tousser: la recensione della nuova follia demenziale di Quentin Dupieux

Quentin Dupieux, alter ego cinematografico del musicista Mr. Oizo, è inarrestabile: il suo ultimo film è passato anche dall'ultimo Torino Film Festival, Fuori Concorso, dopo la Proiezione di Mezzanotte della scorsa Cannes. Arriverà in Italia con Arthouse, il nuovo label che I Wonder Pictures ha lanciato proprio al TFF e dedicato al cinema d'autore più pregiato

Fumer Fait Tousser Quentin Dupieux

Quentin Dupieux, alter ego cinematografico del musicista Mr. Oizo, è inarrestabile. E la sua formula, da un certo punto di vista semplice, premia e contribuisce ad alimentare la sua prolificità. Storie create intorno a piccole idee che, da un’intuizione circoscritta, si aprono su mondi sempre più ampi. Un po’ come il principio delle matrioske, ma al contrario.

In principio ci fu il Nonfilm, che ha lasciato il posto alla gomma assassina di Rubber, viatico per altre stranezze, diventate ormai dei cult tra i cinefili, come Wrong Cops, Doppia pelle, Réalité, Mandibules e oggi questo Fumare provoca la tosse (girato back to back a Incredibile ma vero). Il criterio è sempre il solito: introdurre un elemento di assurdità nel quotidiano che genera situazioni sempre più assurde in una reazione a catena di eventi imprevedibili, tra il comico e il fantastico, in un minestrone di generi dove però tutto funziona efficacemente.

Fumare provoca la tosse inizia con una famiglia in macchina che si imbatte nel combattimento tra i membri del team di supereroi “La forza del tabacco” e una creatura insettiforme. Sono loro, in realtà, i protagonisti del film, che mette insieme un’iconografia gommosa alla Power Rangers con gli stilemi di una fantascienza del terzo tipo anni Sessanta e una struttura tipica degli horror antologici di una volta.

Al termine del combattimento, infatti, che si conclude con la riduzione in brandelli splatter del mostro, i supereroi (tra cui figurano Anaïs Demoustier e Vincent Lacoste) vengono spinti dal loro capo (un topo di gommapiuma che secerne bava verde quando parla) a prendersi una vacanza per rinsaldare lo spirito di gruppo. In ritiro dentro una specie di palla da ping pong, in riva ad un lago dentro cui si nasconde una base accessoriata comprensiva di tutto (compreso un alimentari personale aperto 24/h), questi supereroi sui generis hanno la bella pensata di ingannare il tempo raccontandosi storie paurose intorno al fuoco.

Ogni storia raccontata prende vita in brevi e irresistibili cortometraggi a sé stanti che mescolano elementi horror ma anche un alto tasso di comicità slapstick. Chi ha già dimestichezza con il cinema di Dupieux sa già, a grandi linee, a cosa andrà incontro, anche se il bello è proprio vedere quale nuova bizzarria questo stralunato e geniale cineasta francese si è inventato.

Per chi ancora non lo conosce, non solo il divertimento è assicurato, ma rimarrà a bocca aperta di fronte a un’immaginazione fervida e fanciullesca. Perché il pregio più grande di Dupieux è l’apparente semplicità con cui riesce a visualizzare, mettere in scena e dare un senso anche ai pensieri più strampalati.

Foto: Chi-Fou-Mi Productions

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