Continuano gli appuntamenti dell’Arena Comics nell’ambito della terza edizione di Best Movie Comics and Games. Tra i grandi protagonisti della giornata di sabato 8 giugno non poteva mancare Silver, per un incontro dedicato ai 50 anni del mitico personaggio che ha fatto la storia del fumetto italiano: Lupo Alberto.
Apprezzato sia sulla carta stampata che sul piccolo schermo, il Lupo è solo uno dei molti protagonisti nati dalla mente di Guido Silvestri – questo il vero nome dell’autore – che negli anni ci ha regalato, tra gli altri, anche Cattivik, Nick Carter e Capitan Posapiano.
«Se mi sarei mai aspettato di avere ancora questo seguito a distanza di cinquant’anni? Mah, nella mia enorme ambizione io pensavo di trovarlo già il giorno dopo… – ha commentato Silver con la sua consueta ironia -. Scherzi a parte, non ci si abitua mai davvero ad avere delle persone interessate a ciò che hai da dire. Certo, per un periodo ho pensato che Lupo Alberto non avesse più nient’altro da raccontare. Nel 1979 infatti ho deciso di smettere e mi sono messo a fare vignette satiriche per un quotidiano. È stato Alfredo Castelli a convincermi a riprendere le strisce qualche anno dopo, e da lì c’è stato veramente l’inizio del successo».
Indimenticabili tutti i comprimari che popolano la fattoria McKenzie e seguono il lupo azzurro nelle sue avventure quotidiane: la fidanzata, la gallina Marta, il cane da guardia Mosè, Glicerina il papero, Alcide il maiale… Ma a conquistare il cuore dei lettori è stato senza dubbio Enrico la talpa, un personaggio dal successo inaspettato, come ha ricordato Silver durante il panel a Best Movie Comics and Games: «Sicuramente ha rubato la scena a Lupo Alberto stesso, ma è stato tutto un caso. È un po’ il vicino di casa rompiscatole, che non appena esci in punta in piedi è sempre lì che ti aspetta. Tra l’altro, all’inizio non lo sapevo disegnare, infatti ha avuto un’evoluzione grafica infinita».
«Non dimentichiamo, però, che per un personaggio riuscito ce ne sono decine che non ce la fanno – ha aggiunto l’autore -. Il lettore non può saperlo, ma io ne ho inventati tantissimi che poi, per mancanza di carattere o perché non erano adatti a quel contesto, non hanno avuto successo. I fumetti sono come il teatro, ci sono degli interpreti che sanno catturare il pubblico e altri che, per quanto ci provino, non ci riescono. Se azzecchi l’attore giusto, lo spettacolo è fatto».
A distanza di mezzo secolo, le strisce di Lupo Alberto sono ancora in edicola. E Silver non si sbilancia ancora su un possibile erede (anche se spunta poi il nome di Leo Ortolani, che ha firmato il poster della terza edizione di Best Movie Comics and Games): «Non sono più fresco e abile come quando ero giovane. Ma sull’erede ideale non saprei. Bonvi mi portava in giro dicendo: “Ecco l’allievo che ha superato il maestro”. Sono stato erede suo, di Jacovitti, di Schulz… ma mai ho pensato di averli superati. Oggi vedo molti autori bravissimi e non penso ci sia un unico progenitore. Il fumetto è composto da tante famiglie diverse».
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