Cinquant’anni fa, un film di genere body horror ha sconvolto il pubblico con la sua visione inquietante del progresso umano e delle conseguenze imprevedibili della scienza. Ambientato in un microcosmo apparentemente perfetto, esplora temi che oggi risultano più attuali che mai, anticipando paure e trasformazioni che avrebbero segnato il nostro futuro.
David Cronenberg è diventato sinonimo di un cinema dell’orrore incentrato sul corpo umano, tanto che qualsiasi opera che esplori la trasformazione fisica e biologica viene inevitabilmente accostata alla sua filmografia. Nel 1975, con Il demone sotto la pelle (Shivers), il regista canadese ha sconvolto il pubblico con un’opera ambientata in un esclusivo complesso residenziale, dove una misteriosa epidemia parassitaria scatena un’inarrestabile degenerazione fisica e sociale. Attraverso questo scenario claustrofobico, Cronenberg affronta temi come la malattia, la sessualità sfrenata e il desiderio dell’uomo di giocare a essere Dio nel tentativo di superare i limiti della natura attraverso la scienza medica.
Il film venne rilasciato in un periodo storico segnato dalla rivoluzione sessuale, pochi anni prima dell’esplosione dell’epidemia di AIDS nel 1981. Se da un lato Il demone sotto la pelle riflette lo spirito del tempo, dall’altro sembra anticipare il terrore e la paranoia che avrebbero caratterizzato il decennio successivo. A distanza di 50 anni, le inquietanti analogie con la nostra epoca, segnata dalla recente pandemia globale, dimostrano quanto l’opera di Cronenberg abbia saputo cogliere i timori più profondi della società.
L’ambientazione in un grattacielo isolato su un’isola contribuisce a rafforzare la sensazione di claustrofobia, trasformando l’edificio in una sorta di laboratorio a cielo aperto, dove gli abitanti diventano cavie inconsapevoli. La premessa scientifica di questo body horror, basata sulla creazione di un parassita progettato per sostituire organi umani malfunzionanti, si trasforma rapidamente in una tragedia. Il tentativo di manipolare il corpo umano per scopi medici assume connotazioni mostruose, sollevando domande sulla bioetica e sulle conseguenze di esperimenti che sfidano le leggi della natura.
In Il demone sotto la pelle, il parassita non si limita a infettare i corpi, ma stimola una pulsione sessuale incontrollata, trasformando gli ospiti in esseri dominati dall’istinto. L’idea del contagio come metafora della liberazione sessuale (o della sua degenerazione) si intreccia con una critica implicita ai rischi della rivoluzione sessuale dell’epoca. La promiscuità portata dall’infestazione mette in luce un lato oscuro del movimento, suggerendo come la libertà possa rapidamente degenerare in caos e violenza.
Un altro elemento chiave del film è il modo in cui la malattia non discrimina: i residenti del grattacielo sono tutti benestanti, eppure nessuno è al sicuro dall’epidemia. Questo dettaglio rafforza il messaggio secondo cui il contagio – fisico o ideologico – non rispetta classi sociali o barriere culturali, rendendo tutti vulnerabili. Il finale del film, con gli infetti che lasciano il grattacielo per diffondere l’epidemia nel mondo esterno, suggella la visione pessimistica di Cronenberg, per il quale il progresso umano spesso porta con sé conseguenze imprevedibili e catastrofiche.
L’influenza di Il demone sotto la pelle nel genere horror è immensa. Il film ha ispirato registi come Jean Rollin (Ragazza in amore), ha gettato le basi per successivi capolavori di Cronenberg come Rabid (1977) e ha aperto la strada a un filone di body horror che continua a evolversi ancora oggi. Con il passare degli anni, la sua rilevanza non è diminuita, anzi: l’idea di un’infezione che trasforma le persone in esseri irriconoscibili risuona ancora nelle narrazioni contemporanee, dalle opere di Alex Garland (Men) ai recenti successi come The Last of Us.
Insomma, attraverso Il demone soto la pelle, Cronenberg ha dimostrato non solo di saper interpretare le paure del suo tempo, ma anche di anticipare i futuri incubi della società. E a distanza di mezzo secolo, il suo messaggio resta più attuale che mai.
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Fonte: MovieWeb
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