7) Gli zombie che fanno ridere, parte 2: da Cockneys vs. Zombies in avanti
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7) Gli zombie che fanno ridere, parte 2: da Cockneys vs. Zombies in avanti

I morti tornano in vita, escono dalle loro tombe e sono pronti a invadere il mondo: ecco tutto ciò che vi conviene tenere d'occhio se non volete diventare carne da macello

7) Gli zombie che fanno ridere, parte 2: da Cockneys vs. Zombies in avanti

I morti tornano in vita, escono dalle loro tombe e sono pronti a invadere il mondo: ecco tutto ciò che vi conviene tenere d'occhio se non volete diventare carne da macello

E visto che si parlava di horror/comedy a base di zombie, impossibile non citare i milioni di progetti tra il surreale e l’assurdo che, come ogni anno, spuntano come funghi nel sottobosco del genere. Solo negli ultimi anni si contano perle incredibili come Zombie Strippers, Juan of the Dead (il primo zombie movie ambientato a Cuba!), il western Undead or Alive… e potremmo andare avanti all’infinito (come faceva Leopardi), ma forse è più interessante presentarvi (alcuni dei) progetti futuri di questo filone.

Partiamo con il nostro preferito, Cockneys vs. Zombies, già uscito in Inghilterra e ancora in attesa di una distribuzione – anche in home video – da noi. Il film è una variazione sul tema di L’alba dei morti dementi, solo con dei vecchietti londinesi invece di due ubriaconi da pub come protagonisti; sotto trovate il trailer, che come sempre vale più di mille parole.

Dopodiché, visto che gli zombie nazisti fanno sempre felici gli amanti del genere, è il turno di The 4th Reich di Shaun Robert Smith, protagonisti Tom Savini e “l’attore che muore sempre” Sean Bean. Non è difficile immaginare quale sia il quarto Reich del titolo: nel film Hitler, vecchio volpone dei conflitti, è infatti all’opera per la creazione di un inarrestabile esercito di morti viventi.

Le cose peggiorano con Midget Zombie Takeover, il più embrionale dei progetti qui citati ma anche il più folle; di tutti i crossover del tipo “zombie + qualcos’altro”, quello con i nani ancora ci mancava, e siamo curiosi di sapere come funziona il binomio.

Chiudiamo con Zombie Hunter, ovvero exploitation allo stato brado: paesaggi post-apocalittici, non morti come se piovesse e soprattutto Danny Trejo armato non di machete ma di un’enorme ascia. Si può chiedere di più al cinema?

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