Va bene, Saetta McQueen e la sua parabola personale e professionale e il suo continuo rombare e sfrecciare per le assolate highway americane e i rimandi al mito di Steve McQueen eccetera eccetera eccetera. Va bene, Cars ci ha insegnato il valore dell’amicizia, ci ha insegnato che l’aspetto esteriore non è importante e chissà quante altre cose. Ci ha pure fatto conoscere un’infinita serie di modelli di automobile (molto utile se un giorno decidessimo di vendere la nostra scassatissima 500 dell’anteguerra), fatto provare il brivido e la scossa di adrenalina che solo una corsa ad alta velocità può dare.
Ma più di tutto ci ha fatto fare la conoscenza di Cricchetto, vero nome Carl Attrezzi. Carl Attrezzi, capito? Perché vanno bene i dentoni, la ruggine, la simpatia e tutte quelle altre cose che lo caratterizzano. Ma quel nome, signore e signori, quel nome: poche cose uscite da casa Pixar sono più geniali e indimenticabili di “Carl Attrezzi”. Punto e basta.
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