A distanza di 20 anni, il più grande mistero di Lost manda ancora in confusione i fan
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A distanza di 20 anni, il più grande mistero di Lost manda ancora in confusione i fan

Un dettaglio all’apparenza secondario ha attraversato tutte le stagioni di Lost, diventando uno dei suoi simboli più discussi e irrisolti

A distanza di 20 anni, il più grande mistero di Lost manda ancora in confusione i fan

Un dettaglio all’apparenza secondario ha attraversato tutte le stagioni di Lost, diventando uno dei suoi simboli più discussi e irrisolti

Una scena di Lost

Sono passati vent’anni dalla messa in onda di Lost, eppure uno degli elementi più emblematici della serie continua a generare interrogativi e teorie tra i fan: sì, stiamo parlando dei fantomatici numeri.

Quella specifica sequenza – 4, 8, 15, 16, 23 e 42 – è diventata rapidamente un segno iconico della serie, apparsa ovunque, dai biglietti della lotteria ai terminali di computer, fino a confermarsi la chiave per comprendere – o almeno cercare di farlo – il significato dell’isola e del suo misterioso potere. Tuttavia, a due decenni di distanza, il loro significato resta ancora sfuggente. E forse, per gli autori della serie, doveva essere proprio così.

I numeri fanno la loro comparsa nel diciottesimo episodio della prima stagione, incentrato su Hugo “Hurley” Reyes. Nel corso dei flashback, scopriamo che il personaggio interpretato da Jorge Garcia vince una cifra astronomica alla lotteria giocando proprio quelle sei cifre. Ma quella che sembra un’impensabile fortuna si rivela ben presto una maledizione: il nonno muore di infarto, la casa appena acquistata prende fuoco, la madre si rompe una caviglia, viene arrestato ingiustamente e persino una fabbrica che ha acquisito con parte del denaro esplode, uccidendo diversi dipendenti. È convinto che la causa sia legata ai numeri, i quali – scoprirà – sono stati trasmessi via radio da un punto imprecisato del Pacifico e ascoltati anni prima da un uomo ricoverato in un ospedale psichiatrico.

Da quel momento, la sequenza numerica diventa un fil rouge che attraversa l’intera serie. Con la scoperta della botola – la “Hatch” – queste cifre acquistano un significato ancora più carico di mistero. All’interno della stazione Swan, Desmond è incaricato di inserirli in un computer ogni 108 minuti per evitare un cataclisma: non è chiaro se si tratti di un rituale senza senso o di una vera misura di contenimento, ma per i protagonisti diventa presto una questione di vita o di morte. Così i numeri, incisi sulla superficie della botola, si legano sempre più alla mitologia dell’isola.

In un gioco narrativo tra realtà e finzione, gli autori hanno ampliato l’universo della serie con contenuti paralleli, tra cui un ARG (Alternate Reality Game) che introduce il concetto dell’Equazione di Valenzetti. Questa formula, elaborata da un fantomatico matematico, predice l’estinzione dell’umanità, e i numeri rappresentano le variabili fondamentali. Il Progetto Dharma si sarebbe quindi stabilito sull’isola per cercare un modo di alterare almeno uno di quei valori e scongiurare la fine del mondo. Una teoria affascinante che, pur non trovando mai conferma esplicita nello show, contribuisce a rafforzare la mitologia attorno ai numeri.

Nella sesta e ultima stagione, la serie offre un ulteriore strato di significato: i numeri corrispondono a sei “candidati” scelti da Jacob, il custode dell’isola, per prendere il suo posto nella protezione di quel luogo speciale. Ognuno dei protagonisti principali viene associato a un numero: Locke (4), Hurley (8), Sawyer (15), Sayid (16), Jack (23) e Jin o sua figlia Ji-Yeon (42). In un colpo di scena finale, sarà proprio Hurley – colui che ha sempre vissuto i numeri come una maledizione – a diventare il nuovo guardiano dell’isola, quasi a chiudere un cerchio cominciato nel primo episodio a lui dedicato.

Eppure, nonostante queste spiegazioni, il mistero resta. Perché quei numeri? Perché ricorrono ovunque? E soprattutto: hanno davvero un significato? Damon Lindelof, co-creatore della serie, ha spiegato più volte che l’intento delle menti creative dietro lo show non era dare risposte nette, ma mantenere l’aura di mistero. «Spiegare qualcosa di mistico lo demistifica», disse nel 2008, riferendosi a quella che lui stesso definì la “questione midichlorian”, con un chiaro riferimento alla controversa spiegazione della Forza in Star Wars: Episodio I.

In sostanza, secondo Lindelof, raccontare in dettaglio cosa fossero davvero i numeri avrebbe privato gli spettatori di quell’alone di mistero che li rendeva così affascinanti. Meglio lasciare che fossero il pubblico e l’immaginazione collettiva a completare il quadro. In questo senso, i numeri diventano il simbolo stesso della filosofia narrativa di Lost: un’opera costruita non tanto sulle soluzioni, ma sulla riflessione, sulla suggestione, sul significato soggettivo che ogni spettatore è chiamato a dare.

La confusione che ancora circonda i numeri è dunque parte integrante della loro forza: sono un enigma, certo, ma anche uno specchio del mondo reale, dove le coincidenze esistono, il caso gioca un ruolo spesso decisivo e non tutte le domande trovano risposte soddisfacenti. Lost, nel suo essere spesso contraddittoria, frustrante, ambiziosa e imperfetta, resta ancora oggi una delle serie più discusse e analizzate. E quei sei numeri – 4, 8, 15, 16, 23, 42 – sono il suo codice segreto, il suo mantra, la sua firma indecifrabile.

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Fonte: CBR

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