A distanza di 47 anni, questo resta il film più pericoloso mai girato
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A distanza di 47 anni, questo resta il film più pericoloso mai girato

Leoni, tigri e altri felini non addestrati hanno messo a serio rischio la vita del cast

A distanza di 47 anni, questo resta il film più pericoloso mai girato

Leoni, tigri e altri felini non addestrati hanno messo a serio rischio la vita del cast

Il film più pericoloso mai girato

L’industria cinematografica è ben nota per i suoi set pericolosi, con numerosi esempi di incidenti sul lavoro che coinvolgono attori e troupe. Dalle tragedie reali come quella di Twilight Zone: The Movie, dove un incidente ha causato la morte di tre persone, agli stunt estremi realizzati da Tom Cruise nei film della saga Mission: Impossible, i set cinematografici sono spesso più rischiosi di quanto possano sembrare. Tuttavia, un film che si distingue per il suo livello di pericolo assoluto è Il grande ruggito (Roar), una commedia horror del 1981 che, nonostante le sue difficoltà, ha avuto un impatto duraturo sulla tutela degli animali.

Scritto, diretto e interpretato da Noel Marshall, insieme a sua moglie Tippi Hedren e alla figlia adottiva Melanie Griffith, racconta la storia di Hank, un conservazionista che vive in Tanzania per studiare il comportamento dei grandi felini. Il tutto prende una piega drammatica quando la sua famiglia lo raggiunge e viene attaccata da un branco di leoni impazziti. Quello che, apparentemente, si presenta come un film di avventura, si trasforma in una lotta per la sopravvivenza contro alcuni dei predatori più pericolosi al mondo.

La stessa produzione è avvenuta in condizioni straordinariamente pericolose, con oltre 100 leoni, tigri e altri grandi felini non addestrati che venivano filmati a stretto contatto con il cast e la troupe. Questa scelta, seppur ambiziosa, si è rivelata catastrofica. Nonostante il suo enorme budget di 17 milioni di dollari, Roar è stato un fallimento al botteghino, incassando solo 10 milioni di dollari. Tuttavia, è riuscito a guadagnarsi lo status di cult nel tempo, grazie alla sua storia turbolenta e ai retroscena a dir poco incredibili legati alla sua realizzazione.

Marc Maron, comico e attore, ha recentemente ricordato sui social la follia che ha caratterizzato il set di Roar, dove ha descritto il film come “la cosa più pazza e caotica che abbia mai visto“. L’interprete ha descritto il film come un miscuglio di “attori che cercano di sembrare normali mentre 40 leoni girano per la casa“. Non c’è da stupirsi che un set del genere, con animali così pericolosi, abbia portato a numerosi incidenti. Gran parte dei leoni protagonisti del film erano di proprietà di Marshall e Hedren, una pratica che all’epoca era illegale; a causa delle difficoltà economiche, la coppia dovette trasferire gli animali in un ranch in California, dove i costi di mantenimento divennero insostenibili. Per ovviare alla mancanza di fondi, la famiglia Marshall assunse molti ruoli sul set, oltre a quello di attori: si improvvisarono operatori del suono, gestivano gli animali e arrivarono persino a occuparsi delle questioni veterinarie. Inoltre, la troupe era composta principalmente da lavoratori non sindacalizzati, il che aumentò ulteriormente i rischi sul set.

La produzione, che inizialmente doveva durare solo sei mesi, si prolungò ben oltre le aspettative: ogni scena sembrava richiedere settimane di lavoro e, in molti casi, si riusciva a ottenere una sola ripresa utilizzabile al giorno. Le difficoltà principali derivavano dalla gestione di animali selvatici e dal rischio costante che qualcosa potesse andare storto: infatti, nonostante l’intento del film fosse sensibilizzare il pubblico sulla salvaguardia degli animali, ciò che realmente metteva in pericolo la vita di tutti era proprio la presenza di quei grandi felini sul set.

Gli incidenti erano all’ordine del giorno: Melanie Griffith fu vittima di un attacco da parte di un leone durante una scena, riportando gravi ferite al volto che richiesero un intervento chirurgico plastico per evitare la disfigurazione. Ma non fu l’unica a subire danni: anche Tippi Hedren venne ferita gravemente, tanto che una scena con un elefante le causò fratture e gangrena, costringendola a un lungo periodo di ricovero. Non solo gli attori, ma anche altri membri della troupe, tra cui il direttore della fotografia Jan de Bont, furono vittime di incidenti. Molti lavoratori lasciarono il set dopo aver subito gravi infortuni, ma nonostante tutto, molte delle ferite più traumatiche rimasero nel montaggio finale del film: il più scioccante di questi incidenti fu l’attacco subito da Griffith, che rimase nel film esattamente come era avvenuto nella realtà.

La domanda sorge spontanea: perché non fermare le riprese? La risposta, secondo il figlio di Noel, John Marshall, è che la famiglia era determinata a tutti i costi completare il progetto, in parte a causa di un ethos di sopravvivenza radicato nella gestione di animali così pericolosi. Secondo John, “Devi essere più forte di loro. Devi essere più forte di tutto nella vita. Non puoi mostrare paura.” Sebbene nessuno sia morto sul set, l’esperienza ha segnato irreparabilmente la vita della famiglia Marshall. Il matrimonio tra Noel e Tippi Hedren, infatti, non sopravvisse al trauma del film, e i due divorziarono poco dopo la conclusione delle riprese.

Melanie Griffith ha parlato raramente del film, mentre suo fratello John ha continuato a essere coinvolto nelle successive riedizioni teatrali. Tuttavia, l’effetto più positivo di Roar è stato l’interesse di Tippi Hedren per la conservazione dei grandi felini, che, dopo il divorzio, ha spinto alla creazione della Roar Foundation nel 1983. Questa fondazione ha dato vita allo Shambala Preserve, un santuario per grandi felini che si trova ancora oggi in California, dove Hedren e Marshall avevano inizialmente ospitato i loro animali. La Shambala Preserve è tuttora attiva e Hedren, ormai 94enne, continua a ricoprire il ruolo di presidente della fondazione, impegnandosi nella protezione e nel recupero dei grandi felini.

Conoscevate la storia di questo film, che ha a dir poco dell’incredibile? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti!

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Fonte: Looper

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