A distanza di due anni, l'intensità di questo found footage horror è ancora imbattuta
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A distanza di due anni, l’intensità di questo found footage horror è ancora imbattuta

Non è tra i titoli più famosi, ma è un'esperienza cinematografica disturbante e profondamente immersiva

A distanza di due anni, l’intensità di questo found footage horror è ancora imbattuta

Non è tra i titoli più famosi, ma è un'esperienza cinematografica disturbante e profondamente immersiva

Il film horror The Outwaters

Nonostante abbia ricevuto un responso positivo da parte della critica e del pubblico, il film horror The Outwaters è passato piuttosto in sordina dopo la sua uscita. Nel 2023, l’aspetto che ha maggiormente attirato l’audience era il fatto che fosse diretto, scritto, prodotto, montato e addirittura interpretato dalla stessa persona, Robbie Banfitch, che vediamo appunto anche nel ruolo dell’omonimo protagonista. A distanza di due anni, però, il film rappresenta ancora uno dei più intensi e viscerali found footage, caratterizzato da una visione ambiziosa e non convenzionale, e da un finale a dir poco spiazzante.

The Outwaters racconta la storia di quattro amici – Robbie (Banfitch), Angela (Angela Basolis), Michelle (Michelle May) e Scott (Scott Schamell) – che si avventurano nel deserto del Mojave, dove Robbie, un aspirante regista, girerà un videoclip musicale con protagonista Michelle. La loro gita comincia tranquillamente, ma precipita nel caos quando il gruppetto si ritrova al centro di una distorsione spaziotemporale ed entra a contatto con gli orrori soprannaturali che si nascondono nella vastità del deserto.

L’horror sfrutta tutta la potenzialità del genere found footage, associandolo a uno storytelling frammentario. Invece che seguire i personaggi in maniera tradizionale e vederli soccombere gradualmente a tormenti sempre più grandi, il film opta infatti per un collasso spaziotemporale in stile Donnie Darko, grazie al quale Robbie & Co. si scindono tra varie timeline e sperimentano un incubo apparentemente senza fine, costretti a rivivere continuamente la loro stessa morte.

Combinato con un sapiente uso del sound design, questo approccio rende il caos e il disorientamento della storia particolarmente immersivi per lo spettatore, che durante la visione si troverà a porsi diverse domande: a cosa è dovuto il disturbo dello spazio-tempo? Di che natura è la forza malvagia che sta tormentando i personaggi? Il loop temporale è reale, oppure la storia è andata avanti, ma allo spettatore non viene concesso di seguirla? Non tutte le domande troveranno risposta nel finale di questo film horror, che tuttavia promette un’esperienza cinematografica disturbante e profondamente intensa, tra le più impressionanti nel suo genere.

Fonte: Collider

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