A milioni di chilometri dalla Terra: La stop motion fai da te
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A milioni di chilometri dalla Terra: La stop motion fai da te

Viaggiare nello spazio, lottare con un alieno e navigare sull'oceano. Per riuscire nell'impresa di raccontare tutto questo con un film a volte non servono milioni di dollari, ma solo una telecamera, un posacenere, un po' di ragù e una massiccia dose di pazienza e fantasia...

A milioni di chilometri dalla Terra: La stop motion fai da te

Viaggiare nello spazio, lottare con un alieno e navigare sull'oceano. Per riuscire nell'impresa di raccontare tutto questo con un film a volte non servono milioni di dollari, ma solo una telecamera, un posacenere, un po' di ragù e una massiccia dose di pazienza e fantasia...

La necessità aguzza l’ingegno. E’ proprio il caso di dirlo quando ci si trova di fronte a opere come quella realizzata da Rino Alaimo, regista ventisettenne di Agrigento che con pochi euro a disposizione (e tantissima pazienza) ha spedito uomini nello spazio, li ha fatti navigare per mari e lottare con extraterrestri. Un piccolo miracolo reso possibile dalla tecnica della stop-motion, impiegata da Alaimo per il suo cortometraggio A milioni di chilometri dalla Terra (guarda il trailer in fondo a questa pagina), dichiaratamente ispirato al film animato dal grande Ray Harryhousen A trenta milioni di chilometri dala Terra. Un paziente lavoro quindi (circa 10 fotogrammi animati al secondo per 20 minuti totali…) unito a una buona dose di fantasia, elemento che è anche il cuore della storia. Protagonista del corto è un papà (Enrico Bianchi) che racconta al proprio figlio (Francesco Cagna) un’incredibile avventura vissuta da giovane, quando, allora militare, incontrò sulla sua strada un alieno. La vicenda che prende vita nella fantasia dell’uomo si visualizza attraverso le immagini realizzate in stop motion: il soldato segue l’alieno fino al castello di uno scienziato e riesce a trasportarlo poi nella famosa Area 51, dove l’alieno si ribella e riesce a fuggire sulla sua astronave grazie al provvidenziale intervento dei suoi amici. Concluso il racconto, torniamo nella cameretta del bambino, che, di fronte a una simile “favola” risponde con il più grande scetticismo: è chiaro che suo papà si è inventato tutto! Uscito dalla stanza però l’uomo vede transitare davanti alla finestra… un’astronave e tornato “soldatino” sale a bordo e parte per lo spazio. Una metafora della potenza della fantasia, contrapposta alla disillusione del ragazzino. Perchè se a volte i grandi sanno ancora sognare  i bambini forse ci rinunciano troppo presto…

Best Movie ha intervistato Rino Alaimo per farsi raccontare il suo progetto più da vicino e scoprire tutti i trucchi del mestiere…


La locandina del film

Best Movie: Girare un film in stop motion non è la cosa più semplice del mondo. Richiede molto tempo e pazienza. Cosa ti ha spinto su questa strada?

Rino Alaimo: «Mi ha spinto il fatto di non avere nessun mezzo a disposizione a parte una videocamera amatoriale, e con quella non è che si possa fare molto. Non volevo far vedere che il film era fatto con gli stessi mezzi del “filmino delle vacanze”, volevo qualcosa che visivamente fosse più “spettacolare”, con molte comparse e scenografie, volevo fare qualcosa che fosse lontana dai mezzi che avevo a disposizione… Così le comparse sono diventate soldatini, (in una scena le ombre di otto soldatini sembrano un esercito infinito), giochi da tavola come Brivido sono diventate scenografie, posacenere dischi volanti ecc… in questo modo sono riuscito a costruire un set in scala ridotta che mi ha permesso di fare un film povero di mezzi ma ricco di scenografie, comparse ed effetti speciali… Paradossalmente la stop motion che è una tecnica “difficile” e che richiede molta pazienza, per me è stato il mezzo più idoneo per poter realizzare il mio primo cortometraggio».


L’alieno sopra all’astronave/posacenere, davanti a lui l’alter-ego in stop motion del protagonista della storia

Best Movie: Decisamente un lavoro da “certosini”… Quanto ci hai messo a realizzare il tutto?

Rino Alaimo: «La realizzazione è durata nove mesi, questo periodo è stato speso anche per imparare a usare un programma di montaggio. A milioni di chilometri dalla Terra è anche il primo video che ho montato, e si vede!».

Best Movie: Qual è stato il tuo budget?

Rino Alaimo: «Solo i soldi per le cassette minidv, il resto erano vecchi giocattoli della mia infanzia e materiali oo oggetti trovati in casa».

Best Movie: Le tue fonti d’ispirazione?

«Amo il cinema di fantascienza e quello gotico anni ’30, i miei registi preferiti sono Giuseppe Tornatore e Tim Burton. L’idea, o meglio il coraggio per realizzare un corto senza avere mezzi a disposizione, l’ho trovato guardando lo splendido Ed Wood di Burton, che racconta la vera storia di un regista che negli anni ’50 realizzava film di fantascienza con pochissimi mezzi. Il corto vuole essere anche un omaggio a Ray Harryhausen e al suo A trenta milioni di chilometri dalla Terra del ’57, credo unico film di fantascienza ambientato per meta’ in Sicilia, e da siciliano e fan di Ray Harryhausen mi faceva piacere omaggiare questo film».

Best Movie: La parola d’ordine è stata “fai-da-te” per questo film. Oltre agli oggetti che hai già citato, come il posacenere per simulare un’astronave, hai usato persino il piatto della doccia per fare il mare. Cos’altro ti sei inventato per dare vita al tuo film?

Rino Alaimo: «Ho usato veramente tantissime cose, pangrattato per simulare il terriccio, ragù per gli sbudellamenti, nutella per gli escrementi, fazzolettini come letti e altro ancora, l’intero corto è un “effetto speciale” continuo. L’invenzione più riuscita dal mio punto di vista è quella di aver realizzato un corto senza avere nessuna esperienza, usando solo materiale trovato in casa per riuscire comunque a raccontare una storia personale che parlasse profondamente di me e del mio stato d’animo».

Best Movie: Cioè? Qual era il tuo stato d’animo?
Il desiderio di viaggiare con la fantasia… Proprio come fa il protaginista, che è il mio alter ego.

Best Movie: Che risultati ti ha portato?

Rino Alaimo: «L’emozione più grande è stata quella di sentire le risate di un’intera sala cinematografica che rideva grazie al mio film, poi i lunghi applausi, in seguito sono arrivati alcuni premi, le interviste, la più bella quella di due pagine sulla rivista Hot Dog, le recensioni trovate a sorpresa in rete. Poi tanti complimenti e tante pacche sulle spalle, ma tutto questo non mi è servito ad avvicinarmi ad un set cinematografico neppure come stagista, non mi ha aiutato a entrare in questo mondo nonostante gli innumerevoli sforzi. Da qualche mese porto il mio curriculum in centri commerciali e supermercati…

Best Movie: Questo corto risale a qualche anno fa, cos’è successo nel frattempo? Hai girato altre cose?
Che progetti hai?

Rino Alaimo: «Ho sempre sognato e sogno ancora di fare il regista… Nel frattempo ho girato un altro corto dal titolo Silenzio di sirena e vado alla ricerca di band perchè mi piacerebbe cimentarmi nei videoclip che credo si adattino molto al mio stile narrativo».

Best Movie: Di cosa parla Silenzio di sirena? Che tipo di corto è? Ancora in stop motion?

Rino Alaimo: «No, è una fiction in live action, una sorta di corto onirico,  che parla del tema della morte che ho affrontato in un momento della mia vita, in cui avevo perso una persona cara e che racconta, senza parole, le sensazioni che si provano in quei momenti».

Best Movie: Cosa pensi del cinema italiano attuale?

Rino Alaimo: «Fatta eccezione di alcuni grandi autori come Tornatore, mi dà l’impressione di essere privo di idee, di generi… nel cinema italiano si sente la mancanza di qualcuno come me ;-)».

A milioni di chilometri dalla Terra – Il trailer


Rino Alaimo, regista di A milioni di chilometri dalla Terra, è nato a d Agrigento il 31 dicembre del 1982

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