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A quanto pare Steven Spielberg è un gamer e ha perso la testa per questo celebre videogioco

Sembra che l'iconico regista non si diletti solo dietro la macchina da presa!

A quanto pare Steven Spielberg è un gamer e ha perso la testa per questo celebre videogioco

Sembra che l'iconico regista non si diletti solo dietro la macchina da presa!

Steven Spielberg

Steven Spielberg, il genio dietro alcuni dei film più iconici della storia, ha rivelato un lato inaspettato della sua personalità: la passione per i videogiochi. Il celebre regista, noto per la sua straordinaria carriera cinematografica, ha trovato un nuovo terreno di gioco, e sembra aver perso la testa per un titolo in particolare.

Secondo Max Spielberg, suo padre Steven Spielberg è un grande appassionato di videogiochi, e in particolare della serie Call of Duty. Durante un’intervista al podcast MinnMax, Max, cofondatore e direttore creativo di FuzzyBot Games, ha raccontato del legame con il padre attraverso i videogiochi: «Lui ama i videogiochi. È lui che mi ha fatto appassionare. Gioca. È un grande giocatore di PC e questo è il nostro punto di incontro», ha spiegato. Max ha aggiunto che spesso suo padre gli chiede consigli: «Mi dice: “Ehi, cosa c’è di bello?”, “Quali sono i nuovi [sparatutto?]”, “A quale Call of Duty dovrei giocare?”. Sai, tipo “mandami una lista dei cinque migliori sparatutto, li farò scaricare e potremo giocarci insieme quando verrai a casa mia”».

Non sorprende che Steven Spielberg sia attratto dall’azione esplosiva di Call of Duty, una serie famosa per le sue ambientazioni spettacolari, simili a quelle dei blockbuster hollywoodiani. Nonostante l’ammirazione per i giochi, Steven non si è mai cimentato con Uncharted, un gioco spesso paragonato a Indiana Jones. Max ha raccontato: «Cerco sempre di convincerlo a giocare a Uncharted, gli dico: “È Indiana Jones, lo apprezzeresti”, e lui mi risponde: “Non posso usare i controller. Posso solo usare tastiera e mouse”».

Il legame di Steven Spielberg con l’industria videoludica è di lunga data. Nel 1998, un anno prima dell’uscita di Salvate il soldato Ryan, propose a EA Games la creazione di un gioco per far conoscere la Seconda Guerra Mondiale, che portò alla nascita della serie Medal of Honor. Gli sviluppatori collaborarono con Dale Dye, consulente del film e capitano dei Marines in pensione, per un addestramento militare simile a quello utilizzato dalla troupe cinematografica. Medal of Honor ebbe un grande successo per anni, con l’uscita di 15 titoli, ma faticò ad adattarsi ai cambiamenti del mercato, soprattutto dopo il successo di Call of Duty 4: Modern Warfare, lasciando il posto a Battlefield come principale FPS di EA.

Anche Max Spielberg ha costruito una carriera di successo nell’industria videoludica, lavorando a titoli come Assassin’s Creed Unity e Battlefield 1. Durante l’intervista al podcast, Max era affiancato dal direttore artistico di FuzzyBot, Eric Kozlowsky, che ha raccontato di non essere a conoscenza della discendenza di Max fino a sei mesi dopo averlo conosciuto. I due hanno parlato del prossimo gioco dello studio, Lynked: Banner of the Spark, un roguelike cooperativo con meccaniche di costruzione di città, in uscita il 22 ottobre su PC. Max ha scherzato sull’opinione del padre riguardo al gioco: «Ho tirato fuori il controller e lui mi ha detto: “Non lo tocco”, ma quando gli ho mostrato un livello mi ha detto: “Oh, è fantastico”». Eric ha concluso: «Non mentirò: ricevere un feedback dal signor Spielberg è davvero fantastico».

Cosa ne pensate di questa passione nascosta di Spielberg? Fatecelo sapere nei commenti!

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Foto: Getty Images (Michael Kovac)

Fonte: MinnMax

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