Aaron Sorkin e Philip Seymour Hoffman si sono conosciuti mentre erano entrambi sul set de La Guerra di Charlie Wilson (e lavorarono insieme anche in Moneyball): il primo in quanto sceneggiatore, il secondo in quanto interprete. Si ritrovarono subito, come due vecchi amici. E si raccontarono tutto: qualunque cosa. Ogni esperienza passata. Perché ad unirli, come ha confessato Sorkin nel suo editoriale per il Time, c’era la sottile linea rossa della droga. Entrambi ne avevano fatto abuso ed entrambi, almeno in quel periodo, ne stavano uscendo. Hoffman – ha ricordato Sorkin – gli aveva espressamente detto che la morte di uno dei due avrebbe salvato la vita di altre dieci persone («If one of us dies of an overdose, probably 10 people who were about to won’t»).

«Intendeva dire – ha specificato subito dopo – che la nostra morte avrebbe fatto scalpore e che qualcuno, per questo, si sarebbe spaventato. Quindi è con questo spirito che voglio dire: Phil Hoffman, questo stupendo, incredibile, magnifico e talentuso attore, che non era mai adatto esteriormente per i ruoli che interpretava ma che dominò completamente le caratteristiche e l’essenza dei personaggi, non è morto per un’overdose di eroina – è morto per l’eroina. Dovremmo smetterla di dire che se avesse preso la giusta dose, non sarebbe successo niente». «Non è morto – ha continuato sempre Sorkin – perché aveva esagerato troppo o perché era depresso – è morto perché era un drogato […]».

Fonte: Time