Il bronx newyorkese incontra quello napoletano. Accade in Napoli Napoli Napoli, la nuova docu-fiction che Abel Ferrara ha diretto per raccontare la microcriminalità della città campana. Lo spunto per il film, ora in fase di post produzione, è arrivato grazie all’incontro del regista cresciuto nei quartieri più malfamati della Grande Mela, con Gaetano di Vaio, ex microcriminale napoletano fondatore dell’associazione Figli del Bronx, pensata per aiutare i ragazzi di strada attraverso l’utilizzo di molteplici forme d’arte, per rigenerare il tessuto sociale della zona. A ispirare le storie che animano i tre episodi di cui si compone il film sono state invece le interviste svolte da Ferrara ad un gruppo di donne incarcerate nella Casa Circondariale di Pozzuoli che, con i loro racconti duri e fatalistici, hanno profondamente colpito Ferrara. Le tre diverse sceneggiature sono state scritte da Peppe Lanzetta, Maurizio Braucci, Gaetano Di Vaio e Mariagrazia Capaldo. In un mosaico complesso e trascinante, che vuole essere metafora della stessa città di Napoli, prendono vita un episodio basato sul reale periodo di reclusione di Di Vaio, che l’ha reso fiction insieme a Capaldo; una storia di crescita dura e brutale, firmato da Braucci e un melodramma familiare fatto di violenza, aspettative e vendetta. «Napoli Napoli Napoli è soprattutto la volontà di narrare la vita, anche in sella di una Vespa, catturando le vere sfaccettature della città», ha detto Abel Ferrara, intervistato al Giffoni Film Festival nel Luglio 2007.
Al.Za.
© RIPRODUZIONE RISERVATA