Acque pericolose #1: squali, piranha e altri pesci carnivori
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Acque pericolose #1: squali, piranha e altri pesci carnivori

In Shark – Il primo squalo, Jason Statham indossa la muta da sub e si scontra sul fondo del mare con un mostro preistorico lungo come un peschereccio. Le acque profonde e i loro pericoli, d’altra parte, terrorizzano il pubblico ormai dai tempi di Lo squalo di Steven Spielberg: facciamo un tuffo nella storia di un genere, sperando di uscirne tutti interi

Acque pericolose #1: squali, piranha e altri pesci carnivori

In Shark – Il primo squalo, Jason Statham indossa la muta da sub e si scontra sul fondo del mare con un mostro preistorico lungo come un peschereccio. Le acque profonde e i loro pericoli, d’altra parte, terrorizzano il pubblico ormai dai tempi di Lo squalo di Steven Spielberg: facciamo un tuffo nella storia di un genere, sperando di uscirne tutti interi

«Ci serve una barca più grossa!» esclamava Roy Scheider in Lo squalo di Spielberg, di fronte all’onnipotenza del predatore acquatico che dà il titolo al film. «Allora a noi serve un transatlantico!» potrebbe rispondere Jason Statham, protagonista di Shark – Il primo squalo, in sala dal 9 agosto. Perché se il bestione dello zio Steven era lungo dieci metri di denti e ferocia, il Megalodon che attacca il sottomarino di ricerca nel film di Jon Turtletaub raddoppia: oltre venti metri di creatura consumata da una fame preistorica, e con una grande voglia di rompere il digiuno a botte di snack di carne umana. Una classica “minaccia dal profondo”, insomma, di quelle che, ogni estate, ritornano al cinema a terrorizzare i bagnanti e a convincere migliaia di turisti che forse la montagna è una meta più sicura per le vacanze; una tradizione cominciata nel 1975 grazie (o per colpa di?) Spielberg e che, estate dopo estate, si rinnova con nuovi mostri e nuovi terrori, ma con una costante inamovibile: la paura più grande e quella dell’ignoto, e non c’è nulla di più ignoto degli abissi marini.

Guardando le prime immagini di Shark – Il primo squalo, con la cavernosa bocca del pescione che quasi inghiotte il sottomarino dove si svolge gran parte del film, non è difficile capire il fascino di questi animali, mostri preistorici – letteralmente, visto che lo squalo più vecchio del mondo è nato 420 milioni di anni fa –, intelligenti come i raptor di Jurassic Park e che sembrano esistere unicamente per divorare qualsiasi cosa si muova; gli antagonisti perfetti per qualsiasi monster movie, e dominatori di un mondo, quello acquatico, nel quale noi creature terrestri ci sentiamo sempre a disagio, fuori posto. Eppure, se ci si immerge nella storia del cinema e si fa un po’ di archeologia, si scopre che è da “solo” 40 anni che gli horror subacquei (categoria che abbiamo appena inventato ma che ci sembra perfetta per il nostro discorso) hanno preso piede, o pinna, nel genere. Come detto sopra, il merito è di Spielberg: non stupiremo nessuno dicendo che Lo squalo è uno dei film più rivoluzionari di sempre, sia per il modo in cui costruisce la tensione e la fa deflagrare mostrando poco o nulla del mostro, sia perché fu il primo a sfruttare davvero l’ambientazione acquatica e il nostro irrazionale terrore del blu profondo per raccontare un’avventura.

Il servizio completo è pubblicato su Best Movie di agosto, in edicola dal 30 luglio

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