Addio a Blake Edwards, papà della Pantera rosa
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Addio a Blake Edwards, papà della Pantera rosa

Una carriera lunga e intensa quella del regista di Colazione da Tiffany: segnata dall'amore-odio per Hollywood, dal matrimonio con Julie Andrews e dal soldalizio col compositore Henry Mancini

Addio a Blake Edwards, papà della Pantera rosa

Una carriera lunga e intensa quella del regista di Colazione da Tiffany: segnata dall'amore-odio per Hollywood, dal matrimonio con Julie Andrews e dal soldalizio col compositore Henry Mancini

Una carriera lunga 40 anni quella di Blake Edwards (pseudonimo di William Blake McEdwards), regista attore e produttore cinematografico nato il 26 luglio del 1922 a Tulsa in Oklahoma e scomparso il 15 dicembre 2010 a Santa Monica, all’età di 88 anni.

Quaranta anni in cui a grandi e indelebili successi come Colazione da Tiffany, Victor Victoria e la serie di film de La Pantera Rosa,  si sono alternati periodi bui e difficili durante i quali il regista si è anche allontanato da Hollywood per protesta contro gli studios (colpevoli di aver causato il flop di alcuni suoi film costringendolo a scendere a compromessi che li snaturarono). (Foto Getty Images)

La carriera: dal successo alla fuga da Hollywood… e ritorno

A segnare il suo debutto da regista è un musical: Quando una ragazza è bella del 1955, mentre il suo primo successo commerciale è la satira antibellica Operazione sottoveste (1959) che segna l’inizio della sua collaborazione con Tony Curtis, che reciterà per lui in diverse altre occasioni. Il successo vero per Edwards arriva però solo nel 1961 con un film destinato a essere considerato uno dei grandi classici della commedia sofisticata: Colazione da Tiffany, con Audrey Hepburn e George Peppard.

Il 1962 è la volta de I giorni del vino e delle rose, con il quale inaugura un’altra collaborazione: quella con l’attore Jack Lemmon. L’anno successivo Edwards scrive e dirige una “commedia rivoluzionaria” che darà vita a una serie di film e remake che arrivano fino ai nostri giorni: La Pantera Rosa, con Peter Sellers nei panni dell’imbranato ispettore Clouseau.  Questo film è diventato nel tempo una vera e propria fonte di ispirazione per molti attori comici come Jim Carrey e i registi Peter e Bobby Farrelly.

Tra il 1966 e il 1978 segue un periodo difficile per Edwards che, dopo numerosi flop ai botteghini, decide di abbandonare Hollywood. Non mancano però anche titoli importanti diretti dal regista in questi anni come: La grande corsa, con Jack Lemmon, Tony Curtis e Natalie Wood, e Hollywood Party con un incredibile Peter Sellers, con il quale Edwards rende omaggio alle commedie del cinema muto, cui era molto legato: suo nonno era il prolifico regista di film muti J.Gordon Edwards.

Grazie al successo che continuano a riscuotere i sequel de La Pantera Rosa, Edwards torna nel 1979 a Hollywood e dirige un altro film storico, 10, enorme successo che lancia Bo Derek trasformandola in una delle più celebri pin up della sua epoca e inaugura la carriera hollywoodiana di Dudley Moore, ridefinendo anche i confini della commedia sexy.

La sua vendetta contro gli studios, che tra le altre cose lo avevano costretto a rimaneggiare completamente Operazione crépes suzette (con cui avrebbe voluto smarcare sua moglie Julie Andrews dall’immagine di Mary Poppins e che divenne invece un miscuglio di generi proprio per colpa delle imposizioni degli studios), arrivò nel 1981 con S.O.B. – son of bitch (1981), un’opera dalle forti tinte autobiografiche su una Hollywood cinica e spietata, in cui figura non a caso anche la moglie Julie Andrews.

A traghettare per la prima volta il suo nome nella cinquina dei nominati all’Oscar per la miglior sceneggiatura è quello che in molti considerano il suo capolavoro: Victor/Victoria, con protagonista sempre Julie Andrews.

Tra le ultime opere si ricordano la commedia agrodolce Così è la vita! (1986) con Jack Lemmon, e Appuntamento al buio (1987) che lancia Bruce Willis al cinema e regala al pubblico un’inedita Kim Basinger. Seguono I miei problemi con le donne (1983, con Burt Reynolds e Julie Andrews), Micki & Maude (1984, con Dudley Moore), Skin Deep – Il piacere è tutto mio (1989, con John Ritter) e Nei panni di una bionda (1991, con Ellen Barkin).

Oscar alla carriera

Nel 2004 l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences gli consegna un Oscar alla carriera che, in segno di (ironica) protesta, Edwards accetta mettendo in scena una scenetta slapstick nel perfetto stile dei suoi film, con tanto di sedia a rotelle che si sfascia contro un muro. A consegnare nelle sue mani la statuetta è uno dei suoi più grandi fan, Jim Carrey.

Ecco la scena della consegna:

Il matriomonio con Julie Andrews

Nel 1969 Edwards sposò l’attrice e cantante Julie Andrews, con la quale formò una delle coppie più solide e famose di Hollywood. Il sodalizio fu anche professionale e la Andrews partecipò a molti dei suoi film, come Darling Lili, 10, Victor Victoria, S.O.B. Edwards che aveva avuto due figli dalla prima moglie, adottò poi insieme alla Andrews (che a sua volta aveva avuto Emma dal precedente matrimonio) due bambini vietnamiti: Amelia Leigh e Joanna Lynne. (Foto Getty Images)

Blake Edwards e Julie Andrews sul set di Darling Lillies (1968)

Blake Edwards e Julie Andrews a una serata di gala in onore del Principe Andrew a Beverly Hills (1984)

Blake Edwards e Julie Andrews ospiti  del 23esimo “luncheon” (pranzo) organizzato per i nominati agli Oscar (2004)

Il sodalizio con il compositore Henry Mancini

Celebre e fortunato è stato il sodalizio di Jake Edwards con il compositore Henry Mancini con cui collaborò fin dagli inizi e che fu consacrato da 4 premi Oscar, assegnati dall’Academy per la colonna sonora e la canzone Moon River di Colazione da Tiffany, e le canzoni de I giorni del vino e delle rose e Victor/Victoria.

Famosissimo anche il tema musicale della serie tv Peter Gunn ripreso  anche poi nel film The Blues Brothers.

Peter Gunn – tema musicale

La pantera rosa – Pink Panther Theme

Colazione da Tiffany – Moon River

I giorni del vino e delle rose

Victor/Victoria – Crazy World






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