Addio a Carlos Saura, uno dei registi spagnoli più importanti: il cineasta aveva 91 anni
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Addio a Carlos Saura, uno dei registi spagnoli più importanti: il cineasta aveva 91 anni

Venerdì è morto a Madrid per un’insufficienza respiratoria Carlos Saura, uno dei più noti e importanti registi spagnoli del Novecento. Stanley Kubrick dichiarò il grande amore che nutriva nei suoi confronti definendolo “un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori"

Addio a Carlos Saura, uno dei registi spagnoli più importanti: il cineasta aveva 91 anni

Venerdì è morto a Madrid per un’insufficienza respiratoria Carlos Saura, uno dei più noti e importanti registi spagnoli del Novecento. Stanley Kubrick dichiarò il grande amore che nutriva nei suoi confronti definendolo “un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori"

Carlos Saura

Venerdì si è spento a Madrid, per un’insufficienza respiratoria, Carlos Saura, uno dei più celebri e influenti registi spagnoli del Novecento. Aveva 91 anni.

Saura conquistò numerosi premi in Spagna e diversi riconoscimenti internazionali. Tre suoi film furono candidati al premio Oscar come miglior film straniero, ma non vinsero: Mamà compie 100 anni (del 1979), Carmen Story (del 1983) e Tango (del 1998).

Nasce nel 1932 in Aragona. Dopo un’infanzia trascorsa tra Cuenca (alla quale nel 1958 dedicherà un documentario), Barcellona e Valencia, si trasferisce alla fine della guerra civile a Madrid, dove completa gli studi superiori.

Appassionato di fotografia, a 18 anni espone i suoi primi lavori in una mostra collettiva ed entra nel mondo dell’arte di avanguardia assieme al fratello Antonio, pittore professionista. Nel 1952 si iscrive a una scuola sperimentale di cinematografiae si diploma quattro anni dopo in regia presentando come saggio finale il documentario Il pomeriggio della domenica. Dal 1957 al 1965 rimane nello stesso istituto lavorando come docente, e realizza alcuni cortometraggi tra cui uno dedicato a suo fratello pittore.

Il suo primo film a soggetto risale al 1959. Si tratta di I monelli, un film su un gruppo di ragazzi “sbandati” della periferia madrilena, uno dei quali sogna di uscire dallo squallore diventando torero. Girato in esterni con camera a mano, si ispira ai modelli del neorealismo italiano e del cinéma vérité francese. Partecipa al Festival di Cannes 1960 dove ottiene un buon successo di critica ma, per superare il visto di censura, deve subire pesanti tagli e giunge nelle sale spagnole solo due anni dopo.

Nel 1963 Saura realizza I cavalieri della vendetta, film in costume ambientato nell’Ottocento e intanto, insieme ad altri registi del nuevo cine spagnolo, si adopera per far tornare in patria Luis Buñuel. Del 1965 è La caccia, che inaugura la sua collaborazione con l’amico-produttore Elias Querejeta. Questa collaborazione rimane stabile per quasi tutti i film successivi del regista e si basa su un rapporto di fiducia grazie al quale il regista si garantisce una piena libertà di espressione.

Il secondo incontro decisivo nel percorso artistico di Saura è quello con Geraldine Chaplin, che diventa in seguito la musa e la protagonista di molti suoi film, a partire da Frappé alla menta (1967), che vince al Festival di Berlino l’Orso d’argento nel 1968 e, di seguito, Lo stress è tre, tre (1968), La tana (1969), Anna e i lupi (1973). Il rapporto artistico diventa anche una lunga relazione sentimentale, da cui nel 1974 nascerà uno dei sette figli del regista.

Il sodalizio artistico con la figlia del grande Charlie Chaplin continua con Cría cuervos, che nel 1976 vince a Cannes il premio speciale della giuria, con Elisa, vita mia (1977), Gli occhi bendati (1978) e. il già citato Mamà compie 100 anni (1979).

Nel 1981, con In fretta in fretta vince al Festival di Berlino un contestatissimo Orso d’Oro.

Dedicati alla danza sono i film Bodas de sangre – Nozze di sangue (1981), Carmen Story (1983), L’amore stregone (1986), Flamenco (1995) e Tango (1998).

Dedicato invece alle Olimpiadi disputate a Barcellona nel 1992, è Marathon, documentario ufficiale dei giochi.

In una intervista rilasciata nel 1980 al quotidiano spagnolo El Pais, Stanley Kubrick dichiarò il suo grande apprezzamento nei confronti di Carlos Saura, che definì “un regista di grande splendore che usa meravigliosamente i suoi attori.

La sua produzione cinematografica è proseguita fino agli ultimi anni, anche con diversi documentari (uno degli ultimi, nel 2018, era dedicato all’architetto italiano Renzo Piano). Avrebbe dovuto ricevere sabato un premio Goya “d’onore”, un di riconoscimento alla carriera (i Goya sono i premi più importanti del cinema spagnolo), che a questo punto sarà assegnato postumo.

Foto: Getty (Pablo Cuadra/Getty Images)

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