Si è spento ieri all’età di 92 anni il regista-documentarista Gualtiero Jacopetti. Toscano ma da tempo residente a Roma, dopo aver lavorato come giornalista nella carta stampata, in testate di quotidiani e settimali, diventa la firma più famosa dei cinegiornali prodotti dalla Rizzoli. Grande animatore della vita mondana capitolina (molte le sue frequentazioni nel mondo dello spettacolo) ispira il grande Federico Fellini per il personaggio principale della Dolce Vita. L’intensa attività documentaristica nei brevi filmati di montaggio, portarono Jacopetti alla regia e alla produzione di veri e propri lungometraggi. La sua filmografia inizia nel 1962 con il primo capitolo della serie dei cosidetti Mondo movies, Mondo Cane. Un film-assemblaggio sulle curiosità più sconvolgenti scovate in ogni angolo del pianeta. Al successo internazionale del Mondo Cane seguono nel 1963 un secondo capitolo Mondo Cane 2, e La donna nel mondo. Nel 1966 dirige Africa Addio, e nel 1971 Addio zio Tom, per poi concludere la sua breve ma intensa carriera cinematografica con un adattamento del Candide di Voltaire nel 1975, e nel 1981 con la sceneggiatura di Fangio – Una vita a 300 all’ora (un docu-film sul pilota automobilistico argentino). Jacopetti torna alla celebrità negli anni novanta quando la band irlandese degli U2 proietta nello Zoo Tv tour, le immagini più significative dei suoi lavori.
Protagonista dell’Italia del secondo dopo guerra, Jacopetti fervente liberale verrà sepolto -senza alcuna cerimonia funebre- a Roma, accanto alla tomba dell’attrice Brenda Lee, suo unico e grande amore.
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