Jean-Luc Godard è morto all’età di 91 anni. Il regista, sceneggiatore, montatore e critico cinematografico francese, nato a Parigi nel 1930, fu tra i principali esponenti della Nouvelle Vague ed era una delle personalità di maggior spicco del cinema mondiale. La notizia della sua morte è stata data dal quotidiano Libération e in seguito confermata da Le Monde citando fonti proprie.
La sua carriera è stata segnata da una grande prolificità e da innovazioni linguistiche e semantiche decisive per il mezzo cinematografico, portate avanti fin dalla sua radicale attività di critico cinematografico per i Cahiers du cinéma. Nel 1960 firmò Fino all’ultimo respiro, con protagonisti Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg, considerato uno dei film chiave per la nascita del cinema moderno nonché il manifesto della Nouvelle Vague, ma tutti gli anni ’60 sono marchiati a fuoco da film importanti per la storia del cinema come Questa è la mia vita (Vivre sa vie, 1962), con la musa Anna Karina, Il disprezzo (Le mépris, 1963), con Michel Piccoli, Brigitte Bardot e una memorabile sequenza a Villa Malaparte a Capri, e Il bandito delle 11 (Pierrot le fou, 1965).
Le sue opere hanno ispirato molti registi della New Hollywood e Quentin Tarantino ha chiamato la sua casa di produzione come uno dei suoi film, Bande à part (1964), la cui sequenza della corsa nel Museo del Louvre rimase memorabile e largamente imitata. Nel 1984 Godard ricevette il Leone d’oro per il suo Prénom Carmen, dalle mani del presidente di giuria Bernardo Bertolucci, e nel 2011 l’Oscar alla carriera. Godard rimase estremamente prolifico per tutta la sua carriera e svariati decenni, continuando a lavorare fino agli ultimi anni e vincendo nel 2015 il premio della giuria a Cannes per Adieu au langage – Addio al linguaggio.
UPDATE: Il regista, stando a quanto rivelato in seguito da Libération, avrebbe fatto ricorso al suicidio assistito riuscendo ad andare «in fondo alle sue convinzioni». La moglie, Anne-Marie Miéville, e i produttori hanno confermato la morte a fine mattinata, spiegando che il regista è «morto serenamente presso il suo domicilo, circondato dai propri cari», a Rolle, sulle rive del Lago Lemano. «Non era malato, era semplicemente esausto», ha rivelato una fonte vicina alla famiglia citata dal giornale, precisando che il regista «aveva quindi preso la decisione di farla finita. È stata una sua decisione, ed era importante per lui che si sapesse».
Godard si era detto favorevole alla pratica del suicidio assistito, che in Svizzera è autorizzata, parlandone in un’intervista alla Radiotelevisione svizzera Rts nel 2014 nel contesto del Festival di Cannes. A chi gli chiedeva se fosse preoccupato di morire, Godard rispondeva: «Non ho l’ansia di proseguire a ogni costo. Se sono troppo malato, non ho alcuna voglia di venire trascinato su una carriola». A domanda precisa – ricorrerebbe dunque al suicidio assistito? – aveva risposto: «Sì, per il momento (questa scelta, ndr) è ancora molto difficile».
Foto: Getty (FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)
Fonte: Libération, Le Monde
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