Paul Vecchiali, regista, sceneggiatore e produttore francese, è morto all’età di 92 anni. Nato ad Ajaccio il 28 aprile 1930, il cineasta corso è rimasto attivo per sessant’anni attraversando il cinema con eclettismo, raffinatezza intellettuale e una voce molto personale, autoproducendo gran parte dei suoi lavori.
Già insegnante, critico e produttore indipendente – oltre che, occasionalmente, attore – esordì all’inizio degli anni Sessanta attraversando più generi, con una peculiare idea di realismo e una ragguardevole attenzione all’analisi e alla radiografia dei sentimenti, immortalati sempre tra amarezza e tenerezza, anarchia e disagio («Bisogna fare come i film Lumière: reinventare il cinema in ogni film», aveva detto in un’occasione).
Trascorse la sua infanzia a Tolone, ma la sua famiglia, sospettata di collaborazionismo, preferì lasciare la città dopo la fine della seconda guerra mondiale. Conseguita la laurea in ingegneria all’école polytechnique di Parigi, vi insegnò per alcuni anni, per poi occuparsi di cinema come critico dei Cahiers du cinéma e aiuto regista. I suoi primi film ebbero carattere sperimentale e si rifacevano alla cinematografia francese dei primi anni 1930, da lui molto amata. In genere le sue pellicole sono sempre state produzioni a basso costo.
Legato da amicizia a François Truffaut e Agnès Varda, ha debuttato nel 1961 con il film muto di stampo sperimentale Les Petits Drames, interpretato da Danielle Darrieux e andato perduto (il negativo fu distrutto prima della stampa delle copie), ma molto amato dallo stesso Truffaut.
Autore di oltre cinquanta opere tra film per il cinema e per la tv, tra i suoi film troviamo Femmes, Femmes (1974), che fu amato alla follia da Pier Paolo Pasolini («Sono ancora commosso, sconvolto, faccio fatica a parlare perché, confesso, mi è successo raramente di vedere in questi ultimi anni un film così bello e così commovente», aveva detto a proposito del lungometraggio l’intellettuale friulano), Corpo a cuore (1979), L’impure (1991), à vot’ bon cœur (2004).
La sua opera probabilmente più celebre è però Once More – Encore, presentato alla Mostra di Venezia nel 1988, considerato il primo film francese a connettere AIDS e omosessualità e storia dell’amore tra due uomini che incrocia il calvario della malattia, debitrice delle atmosfere del cinema di Jean Grémillon e Jacques Demy, altro suo sodale. Tra i suoi film più recenti spiccano Dis-moi (2006), Faux accords (2013), Nuits blanches sur la jetée (2015), C’est l’amour (2015) e Le cancre (2016).
Tra le sue moltissime esperienze cinematografiche, Vecchiali ha prodotto anche i primi film di Jean Eustache, recitato ne Il verde prato dell’amore di Varda e co-prodotto Jeanne Dielman, 23, quai du commerce, 1080 Bruxelles di Chantal Akerman, che di recente è stato inserito al primo posto nella classifica dei migliori film di tutti i tempi, aggiornata ogni dieci anni, dalla prestigiosa rivista di cinema britannica Sight & Sound.
Nel 2013 è stato Presidente della giuria della terza edizione del Sicilia Queer filmfest, a Palermo, per il quale l’anno successivo ha realizzato il trailer ufficiale, un cortometraggio intitolato Just Married. Il suo ultimo film è Pas…de quartier (2022), un dramma musicale uscito lo scorso aprile.
Foto: Getty (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Fonte: Le Monde
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