A Lucca Comics la masterclass post-modesta di Maccio Capatonda e Herbert Ballerina
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A Lucca Comics la masterclass post-modesta di Maccio Capatonda e Herbert Ballerina

Accolti come delle rock-star, i due comici hanno presentato la sit-com Mariottide e il film Quel bravo ragazzo trasformando l’incontro in uno show surreale tra gag, acrobatici giochi di parole e risposte nonsense

A Lucca Comics la masterclass post-modesta di Maccio Capatonda e Herbert Ballerina

Accolti come delle rock-star, i due comici hanno presentato la sit-com Mariottide e il film Quel bravo ragazzo trasformando l’incontro in uno show surreale tra gag, acrobatici giochi di parole e risposte nonsense

Se gli ospiti di una sedicente Masterclass si chiamano Maccio Capatonda e Herbert Ballerina, è chiaro che le domande non possano che cadere nel vuoto, o meglio diventare l’assist per scene di surreale comicità. Così è accaduto a Lucca, dove l’incontro condotto dal direttore di Best Movie Giorgio Viaro per presentare la sit-com Mariottide (disponibile su Infinity dal 26 ottobre) e il film Quel bravo ragazzo (in sala dal 17 novembre) si è trasformato in un irresistibile show tra gag nonsense e iperbolici giochi di parole. Nel gioco delle parti, Maccio cercava di argomentare in maniera semi-professionale le proprie risposte, mentre Ballerina arrivava puntualmente a distruggere ogni parvenza di serietà dei discorsi del compagno; in tutto ciò, il pubblico ci metteva del suo gridando ai propri idoli le frasi cult dei loro personaggi.

Di questo delirante incontro non possiamo allora che riportarvi un po’ di dichiarazioni in ordine sparso.
Come già accennato, la Masterclass post-modesta (sic!) era incentrata principalmente su Mariottide e Quel bravo ragazzo. Il primo è la sit-com che vede per protagonista uno dei personaggi più amati di Maccio, ovvero il cantante neomelodico più triste che ci sia; al suo fianco, Herbert Ballerina nei panni dell’indifeso e sciocco bambinone Fernandello. Il secondo titolo si riferisce invece alla commedia di Enrico Landro in cui Ballerina per la prima volta esce dall’ombra di Capatonda (che comunque è presente nel cast nel ruolo secondario di un prete corrotto) per interpretare il figlio del leader di una potentissima organizzazione mafiosa.

Maccio Capatonda: «Mariottide è una serie cinica, violenta sia fisicamente che psicologicamente, che racconta il marciume che ci circonda. In tutto ciò il mio personaggio, il povero Mariottide, funge da pungiball: tutti se la prendono con lui. Ma lui reagisce sempre con il sorriso sulle chiappe!»

Maccio sulle risate registrate che, come vuole il format delle sit-com, sono presenti anche in Mariottide: «A dir la verità all’inizio, invece delle risate, avevamo provato a mettere dei pianti registrati! Ma non funzionava perché come le risate stimolano le risate, i pianti stimolano i pianti, e rendevano tutto ancora più triste: un mio amico si stava per buttare giù dalla finestra. Le risate sdrammatizzano questa serie il cui leitmotiv è la povertà, insomma i pianti era troppo. [riferito a Herbert]: Vuoi aggiungere qualcosa?»
Ballerina: «[indicando un cosplayer] Oh, in sala c’è l’Uomo Ragno! Ammazza come siamo famosi! Però forse in Italia non lo riconoscono Peter Palco…»

Maccio sul personaggio di Mariottide: «Lui è portatore di valori come la tristezza e la povertà, per questo è commovente.È un Gesù Cristo moderno, un apostolo della non violenza. C’è una puntata che mi fa commuovere molto che si chiama Televisione: la vedrete. Mariottide lo metti dovunque e sta sempre male, come la cioccolata sulla pasta. È uno che si adatta a stare male ovunque».

Un po’ come nella Vita è bella, Mariottide nasconde a suo figlio la realtà e mette in scena un mondo parallelo. Maccio: «Sì, nella serie c’è qualcosa di La vita è bella, ma soprattutto di Pinocchio».
Ballerina: «Vi svelo questo segreto: negli anni ’90 noi avevamo fatto una cena con Benigni e gli abbiamo raccontato il progetto di Mariottide, poi è successa questa cosa che lui ci ha fatto un film, e non è stato per nulla carino. Ah, ora che ci penso mi ha pure copiato per Quel bravo ragazzo: Johnny stecchino è uguale, cazzo».
Maccio: «Ok, praticamente stai dicendo che non abbiamo avuto mai neanche un’idea originale in questi anni?! Va be’, in realtà abbiamo preso molto anche da Fantozzi, dalla sua comicità triste, quella tristezzza di pancia dolorosa alla Mario Merola».

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Maccio sui giochi di parole e sul rapporto con Nino Frassica, che ha un ruolo anche nella serie: «Con Nino avevamo fatto molte cose insieme: lui è un po’ il mio padre sputativo! Quando gli propongo delle cose lui accetta subito, anche se si tratta solo di una cena o di buttarsi giù dalla finestra. Tra noi c’è un titpo rapporto di do ut cess».

Ballerina sull’improvvisazione: «Tendenzialmente non improvvisiamo molto, però dipende. Quello che facciamo ce lo giochiamo in sceneggiatura, e sul set siamo precisi nel seguire le battute, però se ci viene in mente qualcosa lo mettiamo. Anche perché quello che abbiamo scritto spesso non fa ridere».
Maccio: «Le cose più belle, in effetti, sono quelle naturali che vengono dall’improvvisazione. Quando siamo insieme in scena ci divertiamo e allora spesso esce qualcosa».

Nella sit-con ci sono momenti fissi che tornano nelle varie puntate, come il pasto a tavola. Maccio: «Questa situazione di loro due in cucina davanti a un piatto vuoto e rotto rappresenta il rito che non possono fare. Ogni volta, poi, io mi invento qualche escamotage per far mangiare a Herbert cose non commestibili tipo la torta mille foglie (con foglie vere!) o la noce moscata con la mosca morta».
Ballerina: «Il mio personaggio ha il dono del rachitismo: se mangi o non mangi è la stessa cosa. Anche a me capita, ma questa è l’unica cosa che abbiamo in comune perché lui è brutto e stupido mentre io sono bello e intelligente. Ecco, ora non capisco perché il pubblico stia ridendo: è l’unica cosa seria che ho detto finora…»

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Ballerina su come, nella sit-com, l’amico ricco possa sapere tutti i dettagli della vita del bambino: «Lui è un po’ il grullo parlante, sa tutto prima»

Maccio sul concetto post-modesto: «È una parola che ho detto totalmente a caso ma su cui i giornalisti si sono avvinghiati scrivendo tantissimo. È senza senso, anche se è innegabile che i giochi di parole racchiudano una verità che però io, ora, non so spiegare. Bo’, è un concetto che si lega al fatto che Mariottide sia un eroe moderno che porta un nuovo tipo di modernità attraverso la povertà».

Mariottide ha attraversato tanti linguaggi, dalla Tv alla radio, perché è stato scelto proprio lui anche per il formato della sit-com? Ballerina: «È un personaggio con cui abbiamo fatto tanta palestra, che ha una struttura più forte, e che offre situazioni in cui noi sappiamo perfettamente cosa dire».
• Maccio: «È vero, è un personaggio molto ben definito che si porta dietro un mondo e mi permette di raccontare qualsiasi vicenda attraverso il suo punto di vista».

Maccio su quale altro personaggio racconterebbe in una sit-com: «Sicuramente Padre Maronno, anche se lui è più estremo, più cinico e spietato. In radio è andato avanti per anni: ma per lui penserei più a una serie che non a una sit-com, perché lui ha bisogno di andare in giro».

Ballerina sulla differenza della scrittura per una sit-com e una serie: «Semplicemente ci vogliono due computer diversi: per la sit-com uno più grosso, per la fiction uno portatile. Boh, anche qui non so rispondere: io faccio delle cose ma non so bene come le faccio…»

Maccio sulla possibilità di una quarta stagione di Mario: «La vedo dura, A me rincresce, ma non ci hanno chiamato. E quando abbiamo chiamato noi, non ci hanno risposto…»

Maccio su quale sia il suo personaggio più autobiografico: «Mariottide. Ecco, ora potete capire come sono messo!»

Foto gallery: Cristiano Bacci

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