«Sono 25 anni che se la prendono con Woody Allen: è una persecuzione. È stato completamente scagionato da ogni accusa». Lo ha dichiarato il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, al suo penultimo anno di contratto, intervenendo a proposito della protesta femminista inscenata sul red carpet contro il regista newyorkese durante il red carpet della proiezione ufficiale di Coup de Chance, il suo nuovo film presentato fuori concorso quest’anno al Lido.
«Siamo di fronte a una lotta giusta combattuta con strumenti sbagliati. Anche scegliendo i simboli da attaccare bisogna stare attenti – ha spiegato Barbera -. Si prende come simbolo una persona che è stata inquisita per due volte, finita sotto inchiesta da due commissioni, processato, e infine assolto perché non è stata trovata nessuna prova contro di lui. E dopo 25 anni stiamo ancora a discutere se è un molestatore di minorenni? Mi sembra francamente ridicolo».
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«Prendiamocela con chi veramente è uno stupratore, un violentatore di donne, non con chi è stato completamente scagionato da ogni accusa – ha aggiunto il direttore del Festival -. Tutto ciò non fa bene alla causa per la quale si combatte. Essendo una battaglia giusta e condivisibile, bisogna combattere insieme nel modo corretto e lottando contro le persone che meritano di essere additate alla pubblica opinione, non certo un signore 87enne che 25 anni fa è stato scagionato da ogni colpa».
Alberto Barbera ha confermato che Woody Allen «non si è reso conto» della protesta femminista, «anche perché c’era troppa confusione». Anche da quanto trapelato dallo staff del regista newyorchese era emersa questa circostanza.
La protesta femminista nel frattempo è finita sotto la lente delle forze dell’ordine, che potrebbero identificare i partecipanti e che potrebbe assumere i caratteri di una manifestazione non autorizzata, assumendo un ipotetico rilievo penale.
Fonte: la Repubblica
Foto: Getty (Maria Moratti/Getty Images)
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