C’è la storia di un sogno al centro del documentario Cuban Dancer di Roberto Salinas, presentato ad Alice nella città e che verrà distribuito da Luce Cinecittà. È quello di Alexis, quindici anni, che vive a Cuba e da sempre ha in testa solo un’ossessione: diventare un ballerino professionista. È una delle giovani promesse della Scuola Nazionale di Balletto all’Avana e la sua vita sembra scorrere dritta verso il palcoscenico finché la sua famiglia decide di trasferirsi negli Stati Uniti per raggiungere la sorella. Da Cuba a Miami, Alexis dovrà ricostruire non solo i suoi affetti e il suo percorso di ballerino, ma anche la sua identità tra la patina borghese della sua nuova scuola di danza americana e le sue radici.
Roberto Solinas ha seguito Alexis e i suoi genitori per cinque anni, volando a Cuba e negli Stati Uniti, testimoniando anche la svolta cruciale: l’apertura del presidente Obama che ha permesso alle famiglie di tanti emigrati di riunirsi. Da questa lunga osservazione, intercalata da meravigliose coreografie, è nato il ritratto affascinante di una generazione, quella dei giovani cubani divisi tra l’amore per la propria terra e la necessità spesso di andarsene.
«Cuban Dancer è stato un lavoro molto lungo e impegnativo», ha detto Salinas. «Mi affascinava raccontare i valori ancora forti nella società cubana, prima di tutto quello della famiglia. I genitori di Alexis non sono emigrati per ragioni politiche o economiche: hanno deciso di lasciare una vita abbastanza comoda a Cuba per raggiungere la figlia già emigrata negli Stati Uniti». Nel documentario lasciamo Alexis al diploma alla prestigiosa scuola di danza Harid: oggi il suo sogno si è avverato ed è ballerino professionista al San Francisco Ballet.
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