Un giorno in un tribunale, fuori da un’aula dove si stanno decidendo i destini di due uomini e delle loro famiglie: ad Alice nella città è arrivato oggi Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi, già applaudito allo scorso Festival di Berlino e nei cinema dal 22 ottobre. La storia nasce con un impianto documentaristico: Bellosi ha osservato a lungo le persone che frequentavano il Tribunale di Milano, poi ha pensato di farne un film di fiction. La trama ruota attorno al caso di un benzinaio che insegue e spara a due criminali che l’hanno rapinato: il tribunale deve decidere se sia stata o meno legittima difesa. Non si tratta però di un tipico film processuale: la regista si concentra su ciò che accade fuori dall’aula del tribunale ai famigliari di imputato e vittime.
Daphne Scoccia è Angelina, la compagna di uno dei rapinatori alla sbarra, mamma di una bimba di sette anni (Bianca Leonardi) che porta con sé in tribunale. Per l’attrice, scoperta da Claudio Giovannesi in Fiore, è il primo ruolo da madre: «Per me è stato un progetto di crescita», dice Scoccia. Sullo schermo, la sua relazione con Bianca Leonardi è di folgorante spontaneità: «Bianca si è subito affezionata a me e io di conseguenza a lei: mi ha preso come una sorella maggiore». In questi giorni Daphne è sul set della nuova commedia di Paolo Ruffini, Rido perché ti amo, insieme anche a Nicola Nocella, Greg, Herbert Ballerina. «La mia prima commedia pop: un’esperienza nuova che mi fa conoscere a un pubblico diverso».
Il film tocca un tema importante: quali sono i confini della legittima difesa. «Penso che la legittima difesa sia lecita per tutti, ma non che bisogna avere l’arma in casa e farsi giustizia da soli: spesso, più che per paura o auto difesa, si fa per vendetta e orgoglio», dice Daphne Scoccia. «Ci sono esseri umani da entrambe le parti: se uno arriva al punto di dover rapinare qualcun altro, è giusto chiedersi perché».
Andrea Lattanzi, invece, è Daniele, un idraulico che frequenta il tribunale come manutentore, ma si rivelerà un personaggio chiave. «Per prepararmi alla parte ho davvero girato per le case una settimana intera con un idraulico», ha raccontato l’attore. Dopo aver provato la grande serialità di Netflix con Summertime, Lattanzi torna al cinema d’autore che l’aveva già consacrato con Manuel di Dario Albertini: «Con Summertime volevo affacciarmi a un’esperienza nuova, vedere come funziona una troupe così grande. Le serie danno l’occasione di crearsi un pubblico più allargato che segua il tuo lavoro. Ma al cinema mi sento sempre a casa. Cerco di interpretare ruoli diversi per capire meglio cosa posso azzardare».
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