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Alien: Romulus ha appena risolto un clamoroso errore apparso 9 anni fa in… Star Wars!

Il film di Fede Álvarez è un chiaro esempio di come un franchise di lunga data possa evolversi in modo efficace

Alien: Romulus ha appena risolto un clamoroso errore apparso 9 anni fa in… Star Wars!

Il film di Fede Álvarez è un chiaro esempio di come un franchise di lunga data possa evolversi in modo efficace

Collage Alien: Romulus Star Wars

Alien: Romulus rappresenta un esempio di come un franchise possa evolversi e correggere errori passati, in particolare quelli che hanno afflitto la recente trilogia sequel di Star Wars. Mentre Hollywood ha spesso colpito o sbagliato con franchise di fantascienza, come Blade Runner e Terminator, che hanno avuto successi e insuccessi, Alien: Romulus di Fede Álvarez dimostra come sia possibile proseguire una saga senza compromettere la qualità.

Uno degli aspetti più discussi della trilogia sequel di Star Wars è stato il modo in cui ha cercato di bilanciare la nostalgia per la trilogia originale con l’introduzione di nuovi elementi. Il Risveglio della Forza, diretto da J.J. Abrams, ha suscitato aspettative altissime, ma ha anche deluso molti fan per la sua evidente somiglianza con Una Nuova Speranza. Abrams, cercando di onorare il passato, ha finito per realizzare un film che sembrava una copia dell’originale, invece di portare la saga in una nuova direzione. Questo approccio ha poi influenzato negativamente i capitoli successivi, con Gli Ultimi Jedi che ha introdotto cambiamenti troppo radicali e L’Ascesa di Skywalker che ha cercato di correggere il tiro, riportando Palpatine e riproponendo temi già visti.

Alien: Romulus ha evitato questi errori, scegliendo di rispettare le basi del franchise senza reinventare la ruota. Ambientato tra Alien e Aliens, il film riprende le atmosfere e i temi che hanno reso iconica la saga, ma introduce anche nuove idee e innovazioni. La trama vede la protagonista, Rain, e il suo equipaggio affrontare gli Xenomorfi su una nave spaziale, in una situazione che richiama le avventure di Ellen Ripley. Tuttavia, il film non si limita a ripetere quanto già visto: il sangue acido degli alieni viene trasformato in un’arma, e la manipolazione dei Facehugger durante la fase di incubazione porta alla creazione di nuove creature. Il finale introduce un nuovo ceppo del black goo di Prometheus, utilizzato per creare un ibrido di Engineer, suggerendo la possibilità di futuri sviluppi e nuove minacce.

Questi elementi non sono semplici omaggi, ma rappresentano una vera e propria evoluzione del franchise. Álvarez è riuscito a mescolare nostalgia e innovazione in modo equilibrato, mantenendo intatto lo spirito della saga e al contempo esplorando nuovi territori. Questo approccio risulta particolarmente efficace anche nel modo in cui viene trattata la protagonista femminile, Rain. Mentre Rey in Star Wars ha avuto un percorso tormentato, caratterizzato da una mancanza di direzione chiara e da una rivelazione finale poco soddisfacente, Rain ha una storia ben delineata e una motivazione precisa. Non ha legami con i personaggi principali del franchise, come Ripley, ma si distingue per la sua missione di proteggere suo fratello e il black goo, una sostanza che potrebbe cambiare il destino dell’umanità.

La semplicità della storia di Rain, unita alla profondità dei suoi conflitti interni, rende Alien: Romulus un film accessibile sia ai vecchi fan che alla nuova generazione: il film riesce a esplorare temi complessi come l’etica e la morale senza perdere di vista l’azione e il ritmo narrativo. Álvarez dimostra di aver compreso l’importanza di mantenere una connessione emotiva con il pubblico, evitando gli errori della trilogia sequel di Star Wars, che ha spesso sacrificato la coerenza narrativa in favore di colpi di scena o di omaggi al passato.

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Fonte: CBR

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