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Alien, uno dei migliori titoli della saga non è nemmeno un film

Il "sequel" più puro del franchise sci-fi horror, un esperimento ancora oggi da manuale

Alien, uno dei migliori titoli della saga non è nemmeno un film

Il "sequel" più puro del franchise sci-fi horror, un esperimento ancora oggi da manuale

Il poster di Alien: Isolation

Quando si parla del franchise di Alien, molti pensano subito ai film iconici che hanno definito il genere horror fantascientifico. Tuttavia, c’è un capitolo della saga che, pur non essendo un film, ha conquistato il cuore dei fan per la sua intensità e fedeltà allo spirito della serie.

Ci riferiamo ad Alien: Isolation, videogioco del 2014 che offre un’esperienza di sopravvivenza horror che si colloca tra i primi due film della saga, mettendo i giocatori nei panni di Amanda Ripley, figlia della protagonista Ellen Ripley. Mentre Amanda cerca di scoprire il destino di sua madre, il gioco ripropone la tensione e l’orrore tipici della serie, affrontando i letali Xenomorfi in un ambiente oscuro e spietato. Questo titolo è un gioiello nascosto, che merita di essere riconosciuto come uno dei migliori prodotti dell’universo di Alien, anche se non è un film.

Alien: Isolation si concentra sugli incontri con la creatura in modo così intenso che ogni momento di interazione è carico di tensione. Il gioco trasforma le scene finali del film originale, in cui Ripley si muove furtivamente con il lanciafiamme in mano, nell’essenza stessa dell’esperienza di gioco. Ambientato sulla stazione di Sevastopol, un’ambientazione che riflette fedelmente il design del film originale, i giocatori devono affrontare un unico, inarrestabile alieno che si muove furtivamente attraverso i condotti di aerazione e i corridoi, sempre alla ricerca della sua prossima vittima.

Per la maggior parte del tempo, il solo modo di sopravvivere è nascondersi o aggirare lo xenomorfo, che si dimostra un cacciatore intelligente e implacabile. Gli scontri con l’alieno non sono mai equilibrati: una fuga in extremis o un colpo di lanciafiamme possono salvarvi, ma nulla può davvero uccidere la creatura. Questa dinamica amplifica il terrore, specialmente quando altri sopravvissuti rischiano di attirare l’alieno con il loro comportamento sconsiderato.

Ambientato nel 2137, 15 anni dopo Alien, è incentrato sulla figlia di Ellen Ripley, Amanda, che si unisce a una missione per trovare il registratore di volo della nave di sua madre, la Nostromo. I fan ricorderanno che questa era la nave su cui Ellen e i suoi compagni combatterono uno Xenomorfo, alias Big Chap.

Ellen ha lanciato la creatura nello spazio ed è entrata in stasi su una navetta di salvataggio come unica sopravvissuta umana alla guerra: Amanda voleva chiudere la questione. Insieme a un androide di nome Samuels e a un operaio della Weyland-Yutani di nome Taylor, si dirige verso la Sevastopol, una nave che aveva le informazioni di tracciamento della Nostromo. Amanda sperava di trovare un messaggio di sua madre. Col tempo, invece, ha trovato morte e distruzione. Tutto ha a che fare con il ritrovamento, da parte dei membri dell’equipaggio, della nave aliena che conteneva le uova del primo film.

I fumetti e i romanzi di Alien descrivono nel dettaglio il futuro di Amanda. Ha cercato di distruggere la Weyland-Yutani Corporation. Per la sua missione si è servita di alleati come Zula, un droide di nome Davis, il suo aspirante marito Chad e una serie di marine. Ha ricevuto un messaggio di speranza da sua madre a bordo dell’Anesidora, quindi si è sentita incoraggiata a fare un salto nel mondo e a danneggiare la società.

La squadra di Amanda ha combattuto contro gli alieni su diversi pianeti, oltre che contro le cellule della Weyland-Yutani che gestivano laboratori sperimentali con gli Xenomorfi o, peggio ancora, erano terreno di coltura. Il fatto che Chad fosse un ex scienziato dell’azienda e che avesse informazioni chiave per la loro missione è stato d’aiuto. La battaglia di Amanda, tuttavia, si concluse invano. Contrasse una malattia e morì all’età di 66 anni nel 2178. Il romanzo Alien: Colony war del 2022 avrebbe rivelato che il marito l’aveva in realtà messa in criostasi, sperando di poterla scongelare una volta trovata una cura.

Alien: Isolation riesce a rendere palpabile la pericolosità dell’alieno, dimostrando come un videogioco possa essere all’altezza dei migliori film della saga. Il gioco riesce non solo a onorare l’eredità di Alien, ma a reinventarla, dimostrando che una delle esperienze più autentiche del franchise non è nemmeno un film.

Cosa ne pensate? Avete giocato ad Alien: Isolation? Fatecelo sapere nei commenti!

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Fonte: CBR

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