American Sniper ha incassato 5,7 milioni di euro durante il suo primo weekend nelle sale italiane, con una media per sala pari a 11.573 euro. Numeri importanti per l’ultimo film di un regista da sempre molto amato, nel nostro Paese come nel mondo. Ma l’opera di Clint Eastwood sta dividendo la critica (qui la nostra recensione), soprattutto negli Stati Uniti. Moralmente ambiguo e complesso, c’è chi lo elogia e parla di ennesimo capolavoro dell’autore di Mystic River e Gran Torino. Altri, invece, puntano il dito contro l’eccessivo patriottismo e l’esaltazione di Chris Kyle come “vero eroe americano”. Tra questi c’è Lindy West di The Guardian, per esempio, che sottolinea quanto Kyle fosse in realtà un killer fanatico, che nella sua stessa autobiografia definisce divertimento la sua abilità nell’uccidere i nemici. Il messaggio che il film ha veicolato, per molti è più o meno questo: gli americani sono buoni a prescindere, proprio in virtù dell’essere americani. Tutto il resto è puro Male, quindi è giusto che venga estirpato.
Al di là dell’ideologia nazionalista del film, voi cosa ne pensate? Qui di seguito abbiamo raccolto alcuni estratti delle recensioni di American Sniper arrivate in redazione in questi giorni:
“American Sniper” è una pellicola ambigua, due facce di una medaglia tanto ambiziosa quanto scomoda, che mette in gioco il contrasto tra bene e male dirottandolo su più fronti. E’ un film dai diversi binari, che – come il suo protagonista – combatte l’emotività con un ego divino. Non ci sono mezze misure in questo biopic drammatico, poiché la visione unilaterale improntata sulle gesta di Chris Kyle, soldato leggenda, non ha sfumature. Leggi la recensione completa di Ale5b
(…) il senso di machismo e patriottismo monodimensionale in cui molte pellicole americane sconfinano quando si parla di guerra e del ‘più bel Paese al mondo’ è sì presente, ma ben bilanciato dal lato umano di chi, la guerra, se la porta dentro anche quando torna a casa.Non ci sono esaltazioni, sebbene all’apparenza sembri il contrario (…). Non siamo di fronte ad Act of Valor, che era praticamente un videoclip propagandistico con intermezzi à la Call of Duty: le scelte di Chris sono sì mosse da un senso di giustizia e amore per la propria nazione da vero supereroe (emblematica la moglie che gli chiederà di ‘tornare umano’), ma egli risulterà ferito dentro esattamente quanto lo sono i suoi commilitoni menomati da proiettili ed esplosioni. Leggi la recensione di Dolby MOVIE 5.1
(…) “American Sniper” tenta di divorare il linguaggio ‘guerra-morte’ entrandoci dentro e sporcandosi vistosamente le mani ma non riuscendo (quasi mai) ad anteporre il desolante risultato finale (le tante vite umane uccise come da centro al bersaglio) come vera sconfitta della guerra senza ‘umana-ribellione’ mentre il grigiore dello sguardo di Kyle-cecchino è solo di una nazione serva di se stessa e annichilita dallo sguardo (orripilante) di un’arma sempre (e costantemente) puntata. Leggi la recensione di Loland10
Bradley Cooper interpreta in m do egregio un eroe dei nostri tempi, cinico nelle sue decisioni (…). “American Sniper” è un film crudo, realistico, sporco, uno spaccato di vita reale, vista attraverso l’obiettivo di un fucile da guerra. Una storia che commuove e coinvolge, e che ci lascia un tremendo interrogativo: “Dove la gloria svanisce e lascia il posto all’insensata tragedia della guerra?”. Leggi la recensione di Jack7
L’aver ucciso 160 persone è motivo di vanto? No, per carità. O invece si? Ecco dove si districa la difficoltà: nel spiegare qualcosa che forse non potremo mai capire. Per molti aspetti il film è da considerarsi una totale “americanata”, o almeno per noi italiani, per noi europei. Invece, “l’americanata” in questione, per il popolo a stelle e strisce, è uno stile di vita, una vera e propria filosofia. E il film lo descrive perfettamente: il patriottismo, il voler spingersi in una guerra sanguinolenta per difendere la propria nazione, rischiare la propria vita per il proprio Paese, arrivare ad uccidere anche donne e bambini per raggiungere tale scopo. Filosofia che può essere considerata deplorevole, certo, ma a mio parere, il film non tende ad elogiare una simile ideologia, più che altro vuole descriverla e lo fa minuziosamente. Leggi la recensione di Roberto Laterza
Al netto della retorica bellica e delle sventolate di bandiera, l’intelligenza dell’anziano regista di nota fede politica repubblicana sta nel non buttarla in politica, senza offrire facili giudizi sulla legittimità della guerra in Iraq, ma lasciando che siano le immagini a parlare e svelarne l’assurdità.
La regia è per giocoforza classica, asciutta e senza virtuosismi, ma efficace anche quando deve mostrare la violenza più insopportabile perché non la appesantisce di ulteriori lirismi, sa mettere in scena la parabola morale del proprio protagonista senza essere moralista. Leggi la recensione di Aleotto83
(…) È un copione su una figura omerica alla stregua d’Achille, invincibile in battaglia ma vulnerabilmente mortale per un’inezia al confronto, ossia su un tòpos plurimillenario che a Hollywood è passato di mano in mano fino a Eastwood (…) Leggi la recensione di Mauro Lanari
(…) ridurre il film ad un atto propagandistico e guerrafondaio appare quantomeno superficiale. Un regista attento ai chiaroscuri come Eastwood non avrebbe mai scelto di realizzare un’opera con l’unico scopo di celebrare un’ideologia nazionalista. (…) Ad una regia ineccepibile si accompagna quindi l’abilità di mantenersi sempre in bilico su quel filo sottilissimo che separa la narrazione dal giudizio morale, questo grazie anche ad una sceneggiatura molto curata. Leggi la recensione di Barbara Monti
(…) Il film ha un’impronta marcatamente filo-americana. I nemici sono il male e i vari Marines e SEALs sono i salvatori della patria e, egoisticamente, pure degli invasi. I nemici non hanno personalità. Vengono abbattuti dal protagonista come fossero personaggi di un videogioco. Ed è forse qui il punto di forza del film: come già detto ci viene mostrato il tutto filtrato dagli occhi di un semplice uomo che ha deciso di arruolarsi per “uccidere i lupi e salvare il gregge” (…). Leggi la recensione di Paulinho
(…) American Sniper è una pellicola “coraggiosa” perché non ha paura di nascondere le crudeltà della guerra, come mostrare l’uccisione di bambini così come quella di adulti. Si parla molto di “americanata”: nel senso in cui lo intendiamo noi personalmente non direi. (…) Chris Kyle eroe nazionale? Sicuramente per i suoi compaesani lo è diventato, ma dal film sembra trasparire che il protagonista fosse poco interessato a questa sua fama e ai soprannomi a lui riservati (mito, leggenda, ma anche Diavolo). Leggi la recensione di Crostina
American Sniper e’ un film che non lascia indifferenti. Perché se da una parte il buon vecchio Clint (…) riesce nell’impresa di farti affezionare al più “infallibile cecchino di guerra”, (…) dall’altra non prende mai le distanze, manca quella critica che purtroppo fa andare di pari passo esaltazione e ammirazione senza disapprovarne mai le azioni. Leggi la recensione di Adamolavigna
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