Quando l’amore diventa routine. E quando l’amicizia diventa amore. Con Anche se è amore non si vede (in sala dal 25 novembre) Ficarra e Picone tornano in sala con la loro nuova commedia, che regalerà al pubblico un’ora e mezza di risate condite da buffi equivoci. Per la prima volta al duo comico si affiancano da protagoniste tre donne, Ambra Angiolini, Diane Fleri e Sascha Zacharias. Abbiamo incontrato Ficarra e Picone a Roma in occasione del tour promozionale.
BEST MOVIE: Come nasce l’idea del film?
FICARRA: «L’idea nasce… (si ferma). Il titolo nasce da una battuta improvvisata sul set».
PICONE: «Devi dare spessore, Salvo».
FICARRA: «Allora stavo leggendo Schopenhauer. Avevamo tanti soggetti per questo nuovo film. La difficoltà è stata scegliere l’idea. Poi, scelto il soggetto, abbiamo scritto la sceneggiatura insieme a Francesco Bruni e a Fabrizio Testini in pochissimo tempo».
BM: Attori e registi nello stesso film. Che difficoltà avete incontrato?
FICARRA: «Lo abbiamo sempre fatto. Anche negli scorsi film».
PICONE: «Recitare o dirigere?»
FICARRA: «Lui (indicando Picone) nel prossimo ha promesso che reciterà».
PICONE: «Mi interrompi sempre».
FICARRA: «Dice che lo interrompo sempre. In realtà quando parla parte annaspando. Questa è la sua tecnica. Fa la vittima per far parlare me. Tutto studiato a tavolino».
BM: Per la prima volta avete abbandonato la Sicilia e avete scelto di girare il film a Torino.
FICARRA: «Torino ha avuto sempre la vocazione di accogliere culture diverse. Dopo tanti anni si sono mescolate la cultura foggiana, pugliese, siciliana. A tal punto che ti puoi trovare a mangiare i cannoli con le cime di rape, i gianduiotti con la ricotta».
BM: Com’è andata la scelta delle tre protagoniste, quasi tutte alla prima commedia?
FICARRA: «Volevamo tre brave attrici. Poi erano tutte impegnate e abbiamo scelto loro. Scherzi a parte con loro è stato un amore a prima vista. Diane, per esempio, si è presentata al provino, con una valigia e due fogli accortociati (quelli della scena che doveva provare). Ci ha detto: “Non ho imparato la parte. Devo prendere un aereo. Eccomi qua, come sono andata?”. Che gli vuoi dire? È stato amore a prima vista. Come con Sasha: nella sceneggiatura il suo personaggio era una ragazza italiana. Si è presentata al provino e il suo accento ci ha convinto».
DIANE FLERI: «Non è stato facile per noi all’inizio stare sul set. Loro sono un duo affiatato ma posso dire che abbiamo lavorato in un clima di ascolto e senza alcuna competizione. In passato ho rifiutato ruoli comici. Anche se il mio personaggio, Sonia, non è tanto un personaggio da commedia. È il più romantico».
FICARRA: «Possiamo definirlo romanticismo comico. Come non definirei questo film una romantica commedia, ma una commedia degli equivoci, terreno fertile per la comicità. E il mondo dell’amore fornisce tanti spunti».
PICONE: «Non c’è niente di più comico che mettere sempre una persona nei guai e provare a tirarla da fuori. Sonia ad esempio decide da sola di fidanzarsi, di andare in America».
FICARRA: «Anche se è una donna inquieta, sempre alla ricerca di qualcosa».
AMBRA: «Come ogni donna. In questo film i personaggi sono davvero moderni. Come il mio (Gisella), una donna stufa dell’amore, dei cuori sparsi per la casa, delle feste a sorpresa. Talmente stufa che anche dopo aver girato questo film i cuori mi fanno orrore. Li ho fatti sparire da casa mia, vorrei che l’amore non fosse più rappresentato da un cuore. Vorrei fare un concorso per trovare un altro simbolo per l’amore. Scherzi a parte il mio personaggio è molto moderno, a tal punto che affida a Salvo, l’amico del suo compagno, di dirgli che lei vuole lasciarlo. Ho dovuto convincere Picone che non poteva credere che una donna fosse capace di questo gesto».
FICARRA: «In realtà è un gesto d’amore. Una donna non vuole far soffrire la persona che la ama e chiede aiuto all’amico».
BM: La vostra è una commedia che non punta a facili volgarità. Che limiti vi siete posti nello scrivere?
PICONE: «Nessun limite. Se non quello che ci fa divertire. Nel film la comicità nasce dal divertimento di Ficarra e Picone, ovvero dal nostro modo di prenderci in giro. E poi il piacere di inserire citazioni ai film che ci hanno sempre appassionato, come quelli con Bud Spencer e Terence Hill, e quelli di Sergio Leone».
BM: Vi hanno chiamato anche a intervenire all’università di Chieti, allo Iulm di Milano.
PICONE: «Se hanno chiamato noi due a fare una lezione all’università pensa al livello della cultura italiana».
FICARRA: «La nostra lezione va per deduzione: i professori ci hanno mostrato agli alunni: studiate altrimenti diventate come loro».
BM: Infine nessun accenno alla politica, ma nel film gli americani sono al centro del vostro mirino.
FICARRA: «Quando una parte dell’ex governo parlava di extracomunitari dimenticava che lo sono anche gli americani. Abbiamo voluto un nemico immaginario. Gli americani te li immagini esportatori di democrazia, gradassi, con le scatole di 500kg di vitamine, le macchine grandi. È tutto esagerato. Non so se hai mangiato un uovo alla coque in America. È così grande che si sfama tutta la famiglia. Secondo me allevano le galline negli hangar. Scherziamo come Massimo Troisi e Roberto Benigni, in Non ci resta che piangere. Vogliono fermare Cristoforo Colombo. Dicono: Fermiamolo perché se non scopre l’America è meglio».