L’attrice e attivista Angelina Jolie torna a parlare di temi legati alla salute, condividendo la sua esperienza personale come madre di bambini vittime di razzismo medico.
L’occasione è un editoriale che Jolie ha scritto per la rivista American Journal of Nursing, in cui si espongono i benefici di una nuova tecnologia sviluppata dal laboratorio della dottoressa forense Katherine N. Scafide. L’apparecchio permetterebbe di individuare in maniera più efficace i lividi e le ferite sui pazienti di pelle scura.
Un tema che Angelina Jolie sente molto suo, fino ad affermare che i pregiudizi medici legati all’etnia hanno talvolta messo in pericolo la vita dei suoi figli, provenienti dalla Cambogia, dall’Etiopia e dal Vietnam.
“La ricerca medica, le immagini e il training continuano a concentrarsi soltanto sulle persone di pelle bianca, ignorando il fatto che le ferite si presentano in maniera diversa nei pazienti con pelle più scura. Di conseguenza, i medici, gli infermieri e gli esaminatori forensi spesso trascurano delle ferite sulla base dell’etnia. Come madre di bambini di diverse etnie, li ho visti spesso ricevere la diagnosi errata, a volte in modi che hanno messo in pericolo la loro salute.”
L’editoriale di Angelina Jolie si sofferma in particolare sul tema della violenza domestica, sottolineando come per le vittime sia cruciale poter dimostrare anche “fisicamente” gli abusi subiti, in modo da poter procedere con la denuncia e ottenere la protezione necessaria. Ma quando l’osservazione del professionista sanitario viene fatta soltanto a occhio nudo, possono insorgere delle disparità se il paziente non ha la pelle bianca.
A tal proposito, Angelina Jolie racconta un episodio successo alla figlia Zahara, che aveva già denunciato nel 2021:
“Mia figlia Zahara, che viene dall’Etiopia, si trovava in ospedale per un intervento medico. L’infermiera mi ha chiesto di chiamarla se la ferita fosse diventata rosa attorno al taglio. Sono rimasta a guardarla imbambolata, pensando che non si rendesse conto di quanto sbagliata fosse la sua frase. Quando è uscita dalla stanza, mi sono rivolta a mia figlia: entrambe sapevamo che avremmo dovuto cercare segni di infezione basandoci sulle nostre personali conoscenze, e non su quello che aveva detto l’infermiera, anche se sicuramente non aveva cattive intenzioni”.
“Anche se la mia famiglia ha accesso a servizi medici di alta qualità”, ha concluso Jolie, “persino le diagnosi semplici rischiano di essere fraintese a causa dell’etnia e della costante priorità che la medicina assegna alla pelle bianca”.
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