Archiviato, almeno per ora, il “caso separazione” (anche se la querela al tabloid The News of the World è notizia di ieri), Angelina Jolie torna all’impegno umanitario. E vola – in veste di ambasciatrice ONU per i Rifugiati – a Haiti. L’attrice è atterrata ieri nella base delle Nazioni Unite di Port-au-Prince, capitale dell’isola, vestita con una semplice giacca nera e un paio di immancabili Ray-Ban. Ha quindi visitato l’“SOS Children’s Village” di Santo (a pochi chilometri da Port-au-Prince), il campo dell’organizzazione internazionale privata, apolitica e aconfessionale, impegnata in programmi di prevenzione all’abbandono e di rafforzamento familiare in Italia e nei paesi in via di sviluppo. Tra gli ospiti del centro di Santo, visitato dalla Jolie, ci sono anche 33 bambini, protagonisti della cronaca degli ultimi giorni. I ragazzini erano stati portati, senza autorizzazione, su un autobus diretto verso al Repubblica Dominicana da dieci missionari americani membri della Chiesa battista dell’Ohio, che li ritenevano orfani in cerca di aiuto. Ora, gli operatori SOS si stanno prendendo cura di loro e stanno ultimando le necessarie ricerche dei parenti. La Jolie, inoltre, aveva visitato lunedì, prima di arrivare a Haiti, il reparto pediatrico che ospita i piccoli haitiani presso l’ospedale Dario Contreras di Santo Domingo, dove ha anche incontrato il capo dell’operazione dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (di cui lei è la più famosa “testimonial”) Gonzalo Vargas Llosa, figlio del celebre scrittore Mario Vargas Llosa, e pure il presidente dominicano Leonel Fernández: il video del suo incontro con Angelina, diffuso dalle televisioni locali, circola ora in rete.