Annabelle: la bambola indemoniata protagonista dello spin-off di The Conjuring. La recensione
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Annabelle: la bambola indemoniata protagonista dello spin-off di The Conjuring. La recensione

Tanti brividi e tanti clichè nel film che anticipa di qualche mese il sequel del più grande successo horror del 2013

Annabelle: la bambola indemoniata protagonista dello spin-off di The Conjuring. La recensione

Tanti brividi e tanti clichè nel film che anticipa di qualche mese il sequel del più grande successo horror del 2013

Che dall’horror domestico L’evocazione – The Conjuring (qui la recensione), che lo scorso anno aveva incassato nel mondo 318 milioni di dollari a fonte di un budget di 20, germogliasse una saga era abbastanza scontato. Più sorprendente è che si cominci con uno spin-off (anche se arriverà pure il sequel): Annabelle è infatti incentrato sulla minacciosa bambola conservata tra i cimeli dei Warren, gli investigatori del paranormale protagonisti del primo film. Passata di mano in mano, finisce nella casa di John e Mia Form, poche settimane prima che la donna partorisca. La notte stesse una coppia di satanisti evoca un demone che punta all’anima della neonata…
Scary movie a basso budget, Annabelle è il solito esercizio di ripresa e messa in scena in cui la tensione si ottiene esplorando gli spazi vuoti e lo spavento usando la colona sonora come una frusta. Ci sono sequenze più efficaci (l’inseguimento sulle scale, l’aggressione del fantasma che entra ed esce dalla finestra), altre meno, e va bene così, se non fosse che il film è una lista di cliché tenuti assieme da comportamenti assurdi (perché nessuno si decide mai a fare in mille pezzi la bambola?) e volti sconosciuti: c’è il marito scettico, il prete illuminato, una libraia che ha tutte le risposte e spiega a Mia quel che sta succedendo. C’è insomma una pigrizia generale nel mettere assieme l’ennesimo film di possessioni rubacchiando a destra e a manca (da Paranormal Activity agli horror orientali) che odora tanto di marketing e poco di ispirazione.

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