Ant-Man and the Wasp, l’ultimo cinecomic di casa Marvel, aprirà domani il Giffoni Film Festival, ha ottenuto ottime critiche in America e buoni incassi (qui potete leggere la nostra recensione, in attesa che arrivi nelle nostre sale il prossimo 14 agosto). In occasione dell’evento italiano legato al film che si vedrà al festival di Giffoni Valle Piana dedicato ai ragazzi, i due protagonisti, Paul Rudd ed Evangeline Lilly, rilassati e raggianti, ne hanno approfittato per un salto a Roma per incontrare una platea di giornalisti e chiacchierare un po’ del progetto.
Nel film, come recita la sinossi ufficiale, Scott Lang (Rudd) deve affrontare le conseguenze delle proprie scelte sia come supereroe sia come padre. Mentre è impegnato a gestire la sua vita familiare e le sue responsabilità come Ant-Man, si vede assegnare una nuova e urgente missione da Hope van Dyne (Lilly) e dal Dr. Hank Pym (Michael Douglas). Scott dovrà indossare ancora una volta la sua tuta e imparare a combattere al fianco di Wasp, mentre la squadra cercherà di far luce sui segreti del proprio passato.
Ecco cosa ci hanno raccontato i due intepreti all’incontro stampa di stamattina all’Hotel De Russie a Via del Babuino, a due passi da Piazza del Popolo.
Evangeline, quanto senti la responsabilità di un’eroina tutta al femminile, in questo momento storico?
Per me è stato un grandissimo onore essere un prototipo di eroina femminile della Marvel, credo che possa essere un modo per vedere altre eroine femminili in futuro, non solo nei film Marvel ma nel cinema in generale.
Paul, tu invece hai lavorato anche alla sceneggiatura. Cosa puoi dirci di quest’esperienza?
Il percorso di stesura della sceneggiatura nasce molto prima di iniziare a girare, già quando eravamo alle prime fasi di lavorazione del primo Ant-Man avevo una linea precisa da seguire. Sei mesi prima di iniziare con gli impegni sul set mi sono chiuso in una stanza col regista Peyton Reed e il produttore e abbiamo lavorato insieme a questo script. Sia i fratelli Russo che tutti i boss della Marvel volevano che anche il primo fosse umoristico, con un forte tocco da commedia, ma naturalmente è anche un heist movie e una storia d’amore.
La vostra esperienza con la Marvel continua a darti soddisfazioni.
Paul: Credo sia una parte fondamentale della mia carriera e ormai si è aggiunta alla mia vita a tutti gli effetti. Si tratta di un grande universo che ti permette di essere conosciuto in tutto il mondo. Devo dire che è soprattutto una cosa che condivido con i miei figli. Mio figlio ha già visto tutti i film e mia figlia di 8 anni mi sta supplicando di vedere Avengers: Infinity War.
Evangeline: Amo la Marvel, anche se mi piacciono anche i film più strani e indipendenti come quelli di Wes Anderson e dei fratelli Coen, con una forte carica visiva. Non li faccio e tutti continuano a chiedermi soprattuto della mia esperienza nel serial Lost, ma evidentemente i film che non giro come attrice poi mi piace andare a vederli, perché da spettatrice voglio tirare fuori qualcosa di originale da me stessa, dalla mia parte più profonda.
Com’è andata la première del film a Parigi?
Evangeline: Volevano aspettare due settimane a farla per via dei Mondiali di calcio, ma io ho detto: ragazzi, amo il calcio quanto voi! La sera della vittoria della Francia eravamo a Parigi e abbiamo festeggiato il titolo insieme ai francesi, girando per l’Arco di Trionfo e gli Champs-Élysées, davvero magnifico!
Paul: Confermo, è stato pazzesco!
Com’è stato essere innamorati sul set? Questo è un film che parla di scienza ma anche di amore e di connessioni emotive, ha una visione umanista della scienza, al di là della componente super-nerd che tra l’altro è estremamente godibile.
Evangeline: Non posso dire se vedremo sviluppata questa dinamica, ma la parte che preferisco del film è proprio questa! Poi devo confessare che ho un debole per Paul dai tempi di Ragazze a Beverly Hills. Ho amato anche rimpicciolirmi, perché ho sempre sognato di fare qualcosa di analogo a Peter Pan e Trilli! Sono una supereroina in miniatura, con delle minuscole ali, la fatina più badass che ci sia direi!
Paul: Non sappiamo ancora se ci sarà un altro film in futuro, ma si potrebbe immaginare di continuare su questa linea. I film della Marvel mi piacciono perché sono diversi da altri film di supereroi, attraggono i giovani e si vedono persone vere in situazioni straordinarie, e ovviamente in questi casi c’entra sempre anche l’amore. La scienza con la “S” maiuscola è divertente nel film, ho studiato molto i principi della fisica e della scienza quantistica, soprattuto quando lavoravo al primo film, ma in questo caso mi sono detto che poteva bastare, ho preferito lavorare sull’autenticità arrivato a questo del mio percorso.
Lavorando fianco a fianco con Michael Douglas, nei panni di Hank Pym, e Michelle Pfeiffer, che interpreta Janet Van Dyne, cosa vi ha colpito del loro magnetismo? Loro danno sostanza ai legami del film, con un vincolo che spezza le barriere del tempo. Immagino siano stati molto d’ispirazione.
Paul: Credo sia stata una grande legittimazione umana e professionale per noi lavorare fianco a fianco con degli attori così incredibili e navigati come Michael e Michelle. Ho sempre pensato che avere accanto figure come monumentali come sono loro sia straordinario e la gran figata è che il titolo, Ant-Man and the Wasp, potrebbe riguardare così come loro, a questo proposito c’è una meravigliosa ambivalenza.
Evangeline: La risposta di Paul è perfetta e non mi sembra di dovere aggiungere altro. Sono due attori enormi e geniali.
Quali altri supereroi avreste voluto essere, in un mondo parallelo o anche solo nei vostri sogni più segreti e inconfessabili?
Evangeline: Da piccola ho sempre voluto fare l’elfo e poi è successo con Lo Hobbit, ma soprattutto ho sempre voluto essere la Catwoman di Michelle (personaggio della Pfeiffer nel film Batman – Il ritorno di Tim Burton del 1992, ndr). Questo non è successo, ma poi è diventata mia madre in questo film! Fantastico.
Paul: Io invece ho sempre voluto essere Hulk da piccolo!
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