Rovinato sì, ma felice. È lo strano quadro che emerge dalle dichiarazioni rilasciate da Armie Hammer durante un’intervista con Bill Maher, a seguito delle accuse di violenza sessuale che gli sono di fatto costate la carriera e la “cancellazione”.
Il caso è esploso a gennaio 2021, dopo che una presunta vittima anonima ha accusato l’attore di Chiamami col tuo nome di violenza, condividendo messaggi disturbanti inviati proprio dallo stesso. Nel 2023, Hammer ha ammesso di avere un malsano interesse per le pratiche BDSM, che nascerebbe da un abuso sessuale subìto all’età di 13 anni per mano di un prete. L’attore ha poi passato del tempo in un centro di riabilitazione in Florida per curarsi dalle dipendenze da droga, alcol e sesso.
Un atteggiamento molto propositivo quello dell’attore, visto per l’ultima volta in Assassinio sul Nilo, girato nel 2019 e arrivato al cinema nel 2022: «La terapia mi ha cambiato la vita. Avevo bisogno di un aggiustamento – ha confessato -. La mia vita altrimenti sarebbe andata avanti allo stesso modo e so che alla fine mi avrebbe solo portato alla morte». Esperienza, questa, che ha vissuto in altri campi: «Ho vissuto la morte dell’ego, della mia carriera, delle mie finanze […] Ma bisogna morire per rinascere. Nessuna fenice può risorgere se non ci sono ceneri».
In un solo caso ha menzionato quanto accaduto, quando ha raccontato del periodo in cui beveva e si drogava: «Facevo feste violente. Ero davvero veloce e sciolto su ciò che scrivevo nei messaggi e mi impegnavo anche in comportamenti rischiosi che, se ci si pensa bene, erano stupidi». In un’altra recente intervista, Armie Hammer sembra aver riconosciuto che la sua carriera da attore è ormai finita, perché «non fa più comodo al sistema di Hollywood». E nonostante tutto, è più felice che mai…
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Foto: Tommaso Boddi/Getty Images
Fonte: Club Random with Bill Maher
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