Avatar: la Via dell'Acqua, una teoria svela il vero significato del sequel di James Cameron
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Avatar: la Via dell’Acqua, una teoria svela il vero significato del sequel di James Cameron

Alcuni elementi emersi nel corso della campagna promozionale sembrano fare luce sulle grandi tematiche che saranno trattate nel film

Avatar: la Via dell’Acqua, una teoria svela il vero significato del sequel di James Cameron

Alcuni elementi emersi nel corso della campagna promozionale sembrano fare luce sulle grandi tematiche che saranno trattate nel film

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Come sappiamo, l’attesissimo Avatar: La Via dell’Acqua ci porterà alla scoperta degli ambienti acquatici di Pandora. Il ritorno di un elemento decisivo del primo indimenticabile film potrebbe inoltre aiutarci nella comprensione delle forze che governano il pianeta.

Stiamo parlando dell’unobtanium, il materiale la cui estrazione rimane il principale obiettivo della presenza umana sul pianeta extra solare. La funzione del materiale potrebbe tuttavia essere ben più ampia nel nuovo capitolo e molti indizi portano a supporre che questo in realtà svolga un ruolo cruciale nella connessione tra i Na’vi, la fauna selvatica, l’ambiente di Pandora ed Eywa stessa, la forza che guida della vita considerata una sorta di divinità dai Na’vi.

Nel primo film risulta infatti evidente come la presenza di Eywa sia molto radicata proprio nei luoghi che sembrano contenere una grande quantità di unobtanium, come il suolo sul quale cresce l’Albero delle Anime, e gli oceani non farebbero eccezione. L’erosione costiera avvenuta nel corso dei millenni avrebbe contribuito, al pari dei giacimenti presenti sul fondo marino, a rendere il materiale un elemento ben presente negli ambienti oceanici.

Nel film vedremo l’introduzione di vari clan Na’vi la cui cultura sarà particolarmente legata all’acqua e questo sembra confermare indirettamente come la presenza di Eywa sia molto radicata in questi ambienti. Qui le tribù native potrebbero quindi aver sperimentato la presenza della forza vitale del pianeta in maniera ancora più evidente rispetto ai clan terrestri.

Gli enormi giacimenti di unobtanium presenti nei mari di Pandora li porterebbero ad essere senza dubbio i prossimi bersargli della compagnia interplanetaria terrestre Research Development Administration, trasformando i mari nel vero campo di battaglia per il destino del pianeta.

Sembra quindi molto probabile che i nativi saranno chiamati a difendere la Via dell’Acqua dallo sfruttamento, allo scopo di proteggere la connessione tra tutti gli esseri viventi del pianeta. Lo sfruttamento degli oceani potrebbe irrimediabilmente danneggiare la connessione dei Na’vi con Eywa e la fauna e questa chiave di lettura, se confermata, farebbe di Avatar: La Via dell’Acqua una potente metafora dello sfruttamento degli oceani perpetrato dagli esseri umani negli ultimi secoli, ponendosi inoltre come un forte richiamo alla coscienza collettiva.

Diretto da James Cameron e prodotto dallo stesso Cameron e Jon Landau, nel cast del film saranno presenti Zoe Saldana, Sam Worthington, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, Jemaine Clement, Giovanni Ribisi e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver. David Valdes e Richard Baneham sono invcece i produttori esecutivi. La sinossi ufficiale del film recita:

Jake Sully vive con la sua ritrovata famiglia formatasi sul pianeta Pandora. Una volta che una minaccia familiare ritorna per portare a termine ciò che era stato iniziato in precedenza, Jake deve collaborare con Neytiri e con l’esercito dei Na’vi per proteggere il loro pianeta.

Avatar: La Via dell’Acqua arriverà nei cinema  il 14 dicembre.

Foto: MovieStillsDB

Fonte: ScreenRant

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