Il cinecomic più atteso dell’anno è finalmente sbarcato nei cinema italiani. Le aspettative per Avengers: Age of Ultron erano altissime, e come sempre succede in questi casi, l’opinione finale divide. C’è chi – come il sottoscritto – applaude con convinzione il lavoro di Joss Whedon e chi invece, come il nostro blogger Gianmaria Tammaro, non nasconde un po’ di delusione. Due punti di vista diversi ma comunque interessanti chiavi di lettura di un film destinato a sbancare il botteghino, magari superando il miliardo e mezzo di dollari nel mondo conquistato dal primo Avengers.
Sotto, uno stralcio della recensione (qui la versione completa):
«(…) ci troviamo di fronte a un film che, pur non venendo meno agli ingredienti che hanno fatto la fortuna della Marvel al cinema (…), si addentra in una dimensione onirica che lascia spazio alle dinamiche tra i personaggi, mettendo in luce chi, come Occhio di Falco, sembrava dovesse essere giusto un comprimario. (…) con questo ultimo atto (se sarà effettivamente l’ultimo) della sua carriera presso la Casa delle idee, il regista pare aver fissato una nuova direzione narrativa che i suoi successori farebbero bene a seguire. Perché agli effetti speciali si può unire anche una caratterizzazione dei personaggi di spessore, senza per forza sfociare in introspezioni di stampo nolaniano, rispettando così lo stile Marvel. Che in Age of Ultron raggiunge una completezza sinora inedita».
Qui, un estratto del post sul blog di Gianmaria Tammaro:
«Mi aspettavo di più, molto di più da Avengers: Age of Ultron. Mi aspettavo un film superiore al primo Vendicatori; un film più coraggioso, più oscuro (e a modo suo, in parte, lo è stato) e mi aspettavo sicuramente un film più fedele alla trama del fumetto. (…) quello che mi aspettavo da Joss Whedon e dai suoi era un film diverso: un film incentrato sì sulla figura di Ultron, ma non così. Un film più intimo, più combattuto, in cui i Vendicatori non sarebbero stati messi alla prova (di nuovo) ma in cui avrebbero rischiato la vita e avrebbero affrontato, per la prima volta, i loro limiti. Le loro paure (qui presentate sotto forma di guizzi onirici)». Per leggere il post completo, cliccate qui.
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