Con Baby Reindeer ha creato la serie dell’anno: acclamata dal pubblico e dalla critica, è rimasta saldamente al primo posto dei più visti su Netflix per diverse settimane e si è unita a serie come Stranger Things e Mercoledì diventando tra le più viste in assoluto della piattaforma. Ora, l’autore Richard Gadd è pronto per il suo prossimo progetto.
L’attore e comico scozzese ha rivelato che nel suo futuro ci sarà nuovamente una serie Tv, che questa volta però non svilupperà per Netflix, bensì per HBO e BBC. Lo show si intitolerà Lions, sarà composto da sei episodi e racconterà la complessa relazione tra due amici “quasi fratelli”, Niall e Ruben, nel corso di quarant’anni di vita. La storia comincia quando Ruben, dopo molti anni senza contatto, si presenta inaspettatamente al matrimonio di Niall, dove i due hanno un violento alterco. Gli spettatori verranno poi portati indietro nel tempo per scoprire cosa abbia allontanato i due uomini, seguendo i loro alti e bassi dall’adolescenza fino all’età adulta.
Insomma, una trama che sembra andare in una direzione completamente diversa da quella di Baby Reindeer, senza però rinunciare al dramma e alla tensione. «I momenti in cui guardavo I Soprano, The Wire o Oz sono tra i più belli della mia infanzia. Da allora, è sempre stato un sogno per me poter lavorare con HBO e far sì che un mio lavoro entrasse nel loro leggendario catalogo di serie», ha dichiarato Gadd.
Anche per Lions, come in Baby Reindeer, Gadd sarà creatore, produttore esecutivo e sceneggiatore. Alexandra Brodski ed Eshref Reybrouck saranno i registi, Wendy Griffin la produttrice, Tally Garner, Morven Reid, Gaynor Holmes e Gavin Smith i produttori esecutivi.
Nel frattempo, Gadd si ritroverà presto a testimoniare in tribunale a causa della denuncia di Fiona Harvey, la donna che sostiene di essere la fonte d’ispirazione per la stalker Martha Scott di Baby Reindeer. Recentemente Harvey ha accusato Netflix di aver diffuso gravi menzogne sul suo conto, bollando lo show come “una storia vera”, cosa che la donna ha fermamente contestato. L’accusa chiede ben 170 milioni di dollari per diffamazione, danni emotivi intenzionali, negligenza e violazione del diritto alla pubblicità.
Fonte: EW
© RIPRODUZIONE RISERVATA