Nuova svolta nel caso giudiziario che coinvolge Netflix e le figure attorno alla serie Tv Baby Reindeer, uno dei più grandi successi televisivi del 2024.
Per ricapitolare la situazione, Fiona Harvey, la donna che sostiene di essere la fonte d’ispirazione per la stalker Martha Scott della serie Tv, ha deciso di passare alle vie legali contro il colosso dello streaming, chiedendo ben 170 milioni di dollari per diffamazione, danni emotivi intenzionali, negligenza e violazione del suo diritto alla pubblicità. Secondo la sua versione dei fatti, il creatore della serie Richard Gadd avrebbe diffuso gravi menzogne sul suo conto, incluso il fatto che sia stata condannata a cinque anni di carcere per stalking, e che lo abbia aggredito sessualmente.
Nonostante lo streamer abbia difeso strenuamente la definizione di “storia vera” con cui Baby Reindeer è stato presentato, è arrivato ora un dietrofront parziale su una delle accuse. Pare infatti che Michael King, Senior director of public policy per Netflix UK, abbia ammesso che Harvey, in effetti, non è mai stata condannata al carcere per stalking.
La dichiarazione, che risale a prima dell’inizio della battaglia legale di Harvey (e a cui, quindi, Netflix attribuisce zero valore legale), riconosce che ci sia stata una sentenza a carico della persona su cui Baby Reindeer è basata (in quel momento non ancora identificata). Tuttavia, la pena non è stata il carcere, nonostante la serie affermi che Martha Scott abbia trascorso quattro anni e mezzo in prigione per un caso di stalking precedente, e ulteriori nove mesi per quanto descritto nello show, ai danni di Richard Gadd.
Benché ci sia stata una precisazione, non cadono però le effettive accuse contro Harvey, che potrebbero giocare a favore di Netflix nel processo, durante il quale dovrà cercare di dimostrare che i fatti descritti in Baby Reindeer siano realmente accaduti. Nonostante Gadd non abbia mai agito in tribunale contro la donna, la sua posizione ufficiale è una difesa in tutto e per tutto della posizione di Netflix, in cui elenca una lunga serie di crimini che Harvey avrebbe commesso contro di lui, tra cui stalking, approcci inappropriati e molestie fisiche ripetute nel corso degli anni. «Avevo paura che facesse del male a me o ai miei genitori – ha scritto -. Il suo comportamento ha avuto delle ricadute pesanti sul mio benessere fisico e specialmente psicologico».
Fonte: EW
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